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Home/Nel Sud-Tirolo emergere per tradizione

Nel Sud-Tirolo emergere per tradizione

Posted by: admin / Posted on: 28 Gennaio 2008 / Category: Attualità

Un pò italiana e un po austriaca, gelosamente conservatrice

di tradizioni popolari e tuttavia aperta ad accogliere un turismo sempre più apprezzato, questa zona del Sud-Tirolo punta alla sua definizione sulla peculiarità etnica e paesaggistica della sua configurazione.

La casa colonica che presentiamo si trova sull’altopiano del Renon — Ritten in tedesco — posto tra le valli d’Isarco e Serentina, a mezz’ora circa di macchina da Bolzano.
Con i suoi 1200 metri di altitudine, il Renon è da tempo un rinomato luogo di villeggiatura: già nel XVI secolo l’aristocrazia del capouluogo alto-atesino lo preferiva quale meta di soggiorni estivi, e qui furono costruite molte belle case che univano l’aspetto rustico della loro architettura, confacente all’ambiente naturale circostante,

alla maestosità e all’autorevolezza di cui erano simbolo. I toni del romantico e del pittoresco caratterizzano tutt’oggi questi luoghi: alla fine dell’Ottocento venne progettata una minuscola ma efficente ferrovia che collegava le varie lovalità del Renon. La partenza inaugurale del Trentino, composto di un solo vagone, avvenne il 13 Agosto 1907, e il suo servizio tra Maria Assunta, sopra Bolzano, e Collalbo, è tuttora assicurato, fornendo un’ulteriore punto a riprova del carattere tradizionalista di questa gente che a volte disdegna il progresso tecnologico piuttosto di privarsi di quegli elementi ormai entrati nel costume, carichi di ricordi e poesia. L’antica casa colonica restaurata si trova a Monte di Mezzo, piccola frazione di Collalbo: lo scenario naturale circostante costituisce l’attrattiva

principale, ‘l’impareggiabile vista sulle Dolomiti e le vicine piramidi di terra rossa, fenomeno geologico famoso in tutta Europa per la sua unicità. Accanto alla casa sorge la chiesa si San Nicolò, risalente al XIII secolo, che, stagliandosi sullo scenaario dello Scilar, si pone simbolo del Renon, unificandolo con il resto del Sud-Tirolo che molto spesso conserva ancora queste tipologie dedicate al culto dei caratteristici campanili.

Sembra che ad abitare la casa colonica fosse un tempo proprio il sagrestano della chiesa di San Nicolò, a valle

della  quale passava allora la cosidetta “via degli imperatori”: una strada percorsa dai vogli reali che si recavano a Roma per l’inconorazione, costruita per superare le paludi che stagnavano sul fondo valle. Prima del recente reatauro la casa in questione era rimasta a lungo disabitata, soprattutto per il sio precario stato di conservazione. La ristrutturazione è opera degli esperti muratori della zona che hanno lavorato con gli stessi materiali in uso nel passato, per recuperare la sua integrità lo spirito costruttivo delle

case di una volta: quindi, niente ferro e niente calcestruzzo. Il tetto è stato restaurato ricorrendo alle scatole in larice spaccate a mano, seguendo una consuetudine tipica dell’artigianato edilizio e della zona. Così come è caratteristico del luogo l’uso del ferro battuto, della calce bianca, del legno biondo lungamente stagionato, materiali e tecniche della tradizione da cui gli artigiani locali non sanno prescindere. Gli esterni rivestono la semplicità tipologica delle case di montagna, arricchita dal piacevole effetto contrastante, laggressività del legno scuro e la pacatezza dei muri. Contrasto che all’interno si placa con il colore ambrato dei mobili, delle porte, dell’involucro: e il biancore dell’intonaco rustico si movimenta nelle volte a vela e nelle aperture ad arco. Il cotto e rettangoli si alterna al parquet a doghe e alla moquette grigia, utilizzata

unicamente nella zona notte. I soffitti in legno si diversificano in uniformi composizioni a partiture quadrate o in travature che scandiscono ritmicamente le superfici.

La disposizione dei locali segue strutturalmente quella delle tipiche case tirolesi: al piano terra il vano d’ingresso, la cucina, la stube e il soggiorno: al primo piano la zona notte. La soffitta, caratterizata dalla, mansardatura, è stata riadattata e riadattata e adibita ad un altro locale di riceviemnto, con l’angolo bar e molto spazio libero. Infine,come funzionale complemento dell’abitazione, l’ambiente per la sauna, ricavato da una parte della cantina. L’arredamento utilizza le tipologie rustiche tradizionali insieme a introduzioni moderne, come ad esempio il letto della zona notte.

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