Il salotto trasformabile
Una delle caratteristiche più interessanti e anche più curiose del salotto del nostro tempo è costituita dalla trasformazione delle poltrone e dei divani in comodi e morbidi letti che all’occorrenza sonò della massima utilità, perché vengono utilizzati specialmente nei momenti d’emergenza, sia che si tratti di un ospite inatteso eppur gradito, oppure di uno stesso componente della famiglia per il quale non ci sia la possibilità di destinargli una stanza propria; ed ecco che il mobiletto si trasforma in modo provvidenziale e ce lo ritroviamo a portata di mano nel soggiorno, in salotto e dovunque ci sia lo spazio per contenere un divano o una poltrona adatti a tale uso.
È noto che fra i mobili dell’arredamento moderno, quelli che maggiormente hanno subito una profonda modifica nella loro intima struttura, a causa delle mutate condizioni di vita, sono le sedie, i divani, le poltrone, il letto.
In questo caso si tratta di vere trasformazioni reazionarie che sovvertono l’ordine delle formule tradizionali poiché ci troviamo di fronte a strutture che niente hanno a che fare con la tradizione, dove tutto procede secondo rigidi canoni di disciplina infrangibile, mentre nel sistema moderno entriamo in un campo di libertà creativa inaudita colla quale si raggiungono risultati di un’audacia senza pari qual’è appunto l’inserimento di un letto in una poltrona o in un divano.
Niente di tutto ciò si è mai visto nel passato. Eppure l’uomo ha da sempre manifestato il suo bisogno inalienabile di ricerca della comodità, che costituisce il carattere primario dell’arredamento odierno.
Anticamente prevaleva invece la ricerca estetica, per cui anche i sedili, che sono il mezzo più semplice con il quale si esprime tale qualità, non erano affatto comodi, tutt’altro, ed in certi periodi si è trattato di assidersi direttamente su oggetti di pietra e di nudo legno, e questo in epoche più recenti quando le usanze si erano un po’ più mitigate.
Una certa nota di praticità la ritroviamo nell’epoca classica romana quando alcuni divanetti chiamati Kline, servivano nei banchetti per mangiare e per dormire.
Da una statistica sull’evoluzione di questi mezzi a sedere, risulta che il Seicento è l’epoca in cui la poltrona assurge alla sua qualità di mobile fine a se stesso, mentre con il Settecento abbiamo l’impostazione del salotto classico composto del gruppo divano-poltrone e tale formula non è più tramontata ma si è mantenuta sino ai nostri giorni, quando si è prodotta ancora quella trasformazione singolare che è il soggetto del nostro studio.
Le nuove forme dei sedili hanno oggi una struttura atipica e pertanto sono adattabilissime ai più svariati ambienti dal tradizionale, al classico, al rustico, ed esse non inibiscono affatto il gusto personale ma lo rinvigoriscono e valorizzano.
La portata rivoluzionaria di questi mobili è grandissima perché si riesce ad ottenere da un solo esemplare due funzioni e due fisionomie. Così nel divano-Ietto e nella poltrona-Ietto abbiamo due componenti in uno, che senza mutare la loro forma nascondono nel sedile che si ribalta il materasso già pronto per qualunque occasione.
Ne risultano quindi il posto a sedere e quello a dormire quando se ne presenti la necessità ed in questo caso il letto d’emergenza, ribaltabile e trasformabile, è di un aiuto provvidenziale.
Il salotto così trasformato, in una maniera prettamente moderna e dotato di grande praticità, ha ottenuto larghi consensi di pubblico e di stima e per soddisfare alla richiesta sempre crescente sul mercato le ditte specializzate sono in grado di fornire modelli sempre più perfetti, sempre più adatti ed adattabili ad ogni ambiente, a qualunque esigenza anche la più complessa.
Come esempio del nostro argomento, vale la produzione della spett. Ditta Saracino Arreda in Avetrana, nella quale appare in maniera efficace la funzione decorativa oltre che pratica dei divani e delle poltrone trasformabili, trattata in forma quanto mai moderna, . dove la bellezza della linea, del rivestimento, della fantasia rivelano pur sempre l’inconfondibile spirito del gusto italiano.
Fernando Saracino