Saracino Arreda

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Home/Arredamenti & Suggerimenti d'Arredo/Attualità

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Category Archives: Attualità

In un alloggio di Roma

Posted by: admin / Posted on: 18 Febbraio 2008 / Category: Arredamenti & Suggerimenti d'Arredo, Attualità

Alcuni elementi storicamente famigliari come il camino, si collocano in un arredamento sobrio ed elegante, con oggetti di arte popolare e creazioni originali.

I nuovi quartieri di Roma rappresentano il contesto in cui si inserisce questo alloggio e il suo arredo: ma l’immagine sullo sfondo è delle opere di arte di cui è ricca la capitale si afferma con forza su tutto il resto.
La famosa cupola, quasi riquadrata dalla linea del parapetto del terrazzo sembra ammonire alla perfezione e all’equilibrio di un’opera classica: su uno scenario così importante, la scelta di un interno estremamente composto sembra a maggior regione giustificata. Laddove ordine non significa semplificazione comune, ma anzi valorizzazione del panorama esterno e delle note personalizzanti dell’arredo, che diventano emergenti nell’ambiente, costituite da prodotti di tradizione popolare e da creazioni o rivestimenti singolari.

Il salotto si articola attorno al camino rivestito parzialmente in cotto e con cappa sporgente. I divani e le poltrone di impronta classica si uniscono ai tanti oggetti di diversa derivazione: sculture in legno, i soprammobili in avorio, la rosa del deserto, la composizione in ferro.

Anche la zona soggiorno e studio è riconoscibile per l’equilibrio dell’insieme e la proposta di complementari preziosi. Una grande apertura, con finestra e portafinestra, per mettere la visione all’esterno e la illuminazione del locale pranzo ricoperto sul pavimento dalla stessa moquette in tinta chiara impegnata nel salotto. La camera singola, con parquet, propone un mobile a ponte in stile “vecchia marina“, che contiene il letto, con copriletto di patchwork: l’eleganza della composizione si unisce ad un fantasioso rivestimento murale in carta con disegni di storiche automobili. L’uscita all’esterno è caratterizzata da un serramento a tutta altezza apribile sui due lati, e dalla scala che porta al piano superiore, dalla quale si intravede la balaustra in legno.

Rococò di Lusso

Posted by: admin / Posted on: 7 Febbraio 2008 / Category: Attualità, Storia dell'Arredamento

Siamo a pochi passi dall’Opera di Garnier, tra Palace de la Concorde e il Grand Louvre. Di fornte ai giardini delle Tuileries. Siamo all’hotel Meurice, a Parigi, nel cuore del 1° arrondissement e delle seducenti boutique tradizionali, nuove e trendy.

L’albergo nasce all’inizio del XIX secolo, da un’intuizione di Augustine Maurice che, sulla costa di Calais, dava il benvenuto ai viaggiatori britannici che da Dover si recavano a Parigi. L’intraprendente direttore del locale ufficio postale, decise di aprire una seconda locanda di sosta nella capitale francese, il Meurice. Solo nel 1835 l’albergo si sposta nell’attuale posizione consolidando l’immagine che ancora oggi mantiene salda, di casa-lontano-da-casa. Un albergo leggendario, perchè frequentato dalla nobiltà europea e non solo: magnati, uomini di potere e famose star del cinema e della musica. L’hotel (che oggi appartiene al Gruppo Dorchester, gestore di alberghi di lusso di proprietà della Brunei Investment Agency), è stato riaperto nel 2000 dopo un totale restauro che lo ha riportato al suo originario splendore di palazzo del XVIII secolo. Già nel 1906, sotto la guida di Arthur Millon, fu oggetto di un piano di riqualificazione e di ampiamento, che lo vestì  dell’immagine che ancora oggi è la sua fortuna, in perfetto stile Rococò. Saloni dorati ed elaborati egualmente condivisi da una clientela aristocratica, così come da scrittori e letterati francesi. L’arredamento è in stile (il Meurice arricchisce e migliora la sua collezione acquistando da Sotheby’s e Christie’s) sia nelle zone di cortesia, sia nelle stanze (125, insonorizzate con aria condizionata) e nelle suite (36 di cui 11 junior, due presidenziali al primo piano e La Belle Etoile, reale, al settimo, che domina tutta Parigi).

A completare un servizio extra lusso, l’Espace BienEtre, la Spa situata in un’area di 300 mq al piano ammezzato, il Ristorante Le Meurice, vetrina della gastronomia parigina e il Giardino d’Inverno, nel cuore dell’hotel, per il tè del pomeriggio. All’aperitivo è dedicato invece l’atmosfera del Bar Fontainebleau, di più recente realizzazione.

A luglio l’hotel si è arricchito di un nuovo glamour tutto italiano. Carla Tolomeo, la ‘Signora delle Sedie‘ ha realizzao uno dei salotti dell’albergo: un classico Luigi XVI rivisitato. Sullo schienale di due sedie sbocciano delle rose: fiori morbidi di velluto rosso, sculture animate in tessuto, opere d’arte che invitano a sedersi. Perchè il Meurice è anche cultura.

Mobili Classici Italiani

Posted by: admin / Posted on: 1 Febbraio 2008 / Category: Arredamenti & Suggerimenti d'Arredo, Attualità

Vi identificate con la filosofia che abitare significa vivere e che vivere è qualcosa di più che abitare?
Abitare significa definire uno stile, sottoporsi a più sollecitazioni, trarre spunti e stimoli dalle cose che ci circondano. Significa selezionare, costruire il proprio spazio, affinchè sia coerente con la nostra personalità, affinche ci entusiasmi, ci rassicuri. Certo che vivere è qualcosa più dell’abitare, il mondo non sta solo nelle quattro pareti di casa. Vivere significa pensare, amare, volere e…anche abitare.

Dovendo fare i conti con oggetti che vivono da sempre, consegnatici da generazioni da progetti anonimi, come sviluppate l’indispensabile ricerca espressiva o stilistica?
Da decenni il mobile classico, che non va più considerato mobile d’arte, ma che ha assunto una dignità e connotazioni proprie, propone serie e rigorose rivisitazioni del mobile antico. Non si tratta quindi di operazioni all’insegna del design fotocopia, ma di riprese e rivalutazioni degli stili che offrono spunti alla creazione di modelli nuovi. Gli stilemi sono ormai consolidati nella memoria biologica di chi fa questo mestiere che, però, è orientato ad evolversi e non soggiace a regole fisse. La nostra è una ricerca continua sia in termini si gusto, sia di qualità e rifinitura del prodotto. La cura che viene riservata per raggiungere le prefissate qualità estetiche e sensoriali soggiace alla logica produttiva, secondo cui tutto quello che è importante fare per ottenere il risultato non va trascurato, non va tagliato. Per fare un esempio: la finitura dei nostri mobili è il risultato finale di un complesso processo di lucidatura a mano che prevede dalle 11 alle 13 fasi.
Per quanto riguarda la scelta del gusto, abbiamo diversificato la produzione creando due linee diverse tra loro (ma non per qualità di essenze): i Classici, rivolti ad un target medio alto e una linea di mobili rivolta ai più giovani, a tutti coloro che sono alle prese con la prima casa.
I Classici presentano linee più ricercate, l’altra invece offre linee più pulite.

L’offerta del prodotto è delineata sui modelli del gusto dell’interlocutore o seguite altre strade?
Seguiamo entrambe le strade: una è quella della reinterpretazione di ciò che è bello, l’altra di ciò che piace. Non sempre ciò che piace risponde all’idea universale di ciò che è bello (per alcuni sono più importanti le caratteristiche di solidità).

Quali fonti di ispirazione attigete per sottolineare la vostra individualità, la vostra vocazione la vostra differenza?
L’azienda ha quasi sessant’anni di storia radicata nel territorio di e il patrimonio di questo luogo (nonché in tutto il mondo), noto per essere la culla del mobile classico, rappresenta davvero un’inesauribile fonte di ispirazione.  Inoltre, abbiamo indotto che è incredibilmente vivace e creativo. Gli spunti esploratori, inserendo nella ricerca stilistica non solo gli aspetti estetici, ma anche quelli che riguardano il contenuto, la materia prima. E’ una connotazione sulla quale insistiamo per distinguerci.

Avendo la vostra azienda radici nella storia e nella cultura artigianale, quale strada avete percorso per seguire la metamorfosi del gusto di arredare?
Il classico è rimasto fondamentale e coerente a se stesso anche nol modo di arredare.
Tuttavia, di recente abbiamo introdotto un concetto che mancava: il living classico. Lo abbiamo fatto proprio presentando una parete componibile, un’idea di estrazione moderna, messa al servizio del gusto classico. Una soluzione inedita e molto flessibile. Una proposta che ha riscosso molto successo e sulla quale continuiamo a muoverci.

Con il fascino discreto del Legno

Posted by: admin / Posted on: 31 Gennaio 2008 / Category: Arredamenti & Suggerimenti d'Arredo, Attualità, Storia dell'Arredamento

Una ristrutturazione dove convivono diversi elementi, scanditi dai due camini, che mette in risalto il legno dei pavimenti, nei mobili, nei soffitti, cioè nelle parti storicamente più coinvolte dal suo impiego. Acquista così anche maggiore determinazione l’uso della pelle per sedie e imbottiti, la digressione del marmo di rivestimento di un focolare, il singolo particolare ornamentale.

Forse nient’altro come un caminetto acceso riesce a creare quell’atmosfera magica in cui si può riscoprire il piacere delle serate in compagnia degli amici, delle conversazioni intorno al fuoco, delle allegre tavolate; nient’altro come il fuoco scoppiettante e delle braci ardenti sanno offrire quella calda ospitalità e quell’allegra accoglienza tipica degli ambienti rurali.

Nel salone di questa cascina ristrutturata di S. Daniele Po di camini ce ne sono due, collocati uno si spalle all’altro in modo da incorporarsi con la parete di divisione che ha funzione di spezzare la vastità dell’ambiente. Se i camini, che mettono in vista singolari travature, una in legno e l’altra ricchita da fregi di chiara ispirazione classica, fanno molto rustico, non si può però negare che quest’abitazione mantenga ugalmente doti di eleganza e di classe, alternando mobili antichi e moderni in un sapiente equilibrio di stili e di forme. Sul lucidissimo parquet si specchiano le pareti rigorosamente bianche che contribuiscono ad illuminare l’ambiente e su cui spiccano i mobili in legno scuro. Un muro basso di separazione introduce alla zona pranzo, composta da un tavolo frattino del ‘600 e da quattro sedie con schienale alto ricoperte in pelle evidenziata da borchie. Completano la sala da pranzo una panca tirolese dell’800, di struttura semplice e lineare, un armadio del ‘600 con ante intagliate e un divano rivestito in tessuto sfoderabile color champagne che si accosta al tono più delicato dei tendaggi. Perpendicolare al muro divisorio troviamo un cassettone del ‘600, intarsiato con motivi geometrici e ingentilito da soprammobili in peltro. Questa sorta di passaggio creato dal muro divisorio e dal cassettone e studiato per scindere quasi completamente le funzioni conduce al salotto, dove hanno ampio spazio i divani componibili in pelle, anch’essi color champagne. Il design di questi, così come del divanetto della zona pranzo. Un armadio a muro con ante convesse completa il soggiorno insieme a tappeti e quadri d’autore che impreziosiscono l’abitazione. La travatura a vista del soffitto si armonizza efficacemente con le altre note rustiche dell’ambiente, riproponendo come materiale in legno. elemento di base dell’arredamento che gli architetti hanno ideato per questa cascina.

Meditati Abbinamenti

Posted by: admin / Posted on: 29 Gennaio 2008 / Category: Arredamenti & Suggerimenti d'Arredo, Attualità, Storia dell'Arredamento

arredamenti

Verde e Giallo sono i colori guida di questo arredamento costruito con grande coerenza fin nei minimi particolari. Data una struttura ambientale abbastanza varia, ma non inconsueta, l’arredatore ha operato scelte precise: pareti tinteggiate di bianco sulle quali far risaltare le note cromatiche dei toni ricorrenti,

arredamenti

mobili in noce massiccio contrassegnati da uno stile particolare che si colloca tra il rustico e l’alta epoca, disposizione ordinata ma non scontata, complementari di gusto ma discreti che si uniformano al carattere dell’arredamento. Non mancano particolari inconsueti in grado di personalizzare il tutto. Ne sono un’esempio, nel soggiorno, la massiccia porta intagliata, completa di cardini e chiavistelli, che funge da parete divisoria, la libreria in muratura con antine di legno vecchio, l’ampia apertura ad arco che dà respiro alla piccola sala da pranzo, i capitelli in pietra che costengono il piano in cristallo del tavolino. In tutti gli ambienti le scelte cromatiche sono rispettate con una meticolosità che rasenta il perfezionismo, coinvolgendo non solo i tessuti di rivestimento, moquette e piastrelle, ma anche paralumi, soprammobili, vasellame, fino alla conferma più gaia e decorativa dei vetri legati in piombo alla porta che dà sull’ingresso e a una finestra della cucina.

arredamenti

La zona giorno si articola in tre spazi comunicanti ma ben definiti. Il più ampio è occupato dal salotto composto da divani a due posti e poltrone rivestiti in tessuto Canovas, simmetricamente disposti attorno al tavolino con piano in cristallo su capitelli in pietra. Nell’angolo sopra un divanetto, un sopra porta del ‘700. Sulla parete di fondo una massiccia porta intagliata del ‘600 costituisce l’insolito elemento divisorio tra il salotto e l’ingresso, dove l’unico mobile è un tavolino rustico tipo “ciabattino“.

arredamenti

arredamenti

arredamenti

La sala da pranzo occupa uno spazio piuttosto ridotto, ma si affaccia sul salotto con un ampia apertura ad arco. Il tavolo è un lungo, massiccio fratino accompagnato da sedie caratterizzate da una struttura decisamente più agile. La credenza in noce è un modello del ‘600. Nell’atmosfera calda di un caminetto e nella rustica solidità dei mobili l’immagine più vera della casa si colora di giallo. In questo colore le piastrelle del pavimento, i fiori dulle tende e sui cuscini in tessuto Warner e sulla vetrata “coordinata”, il servizio di piatti e di bicchieri. Nella foto a fianco, un’altra immagine

arredamenti

dell’ingresso ci mostra la stretta porta di accesso allo spogliatoio con una vetrata artistica di ispirazione orientale che riprende i colori del soggiorno nei toni caldi del verde.

arredamenti

Nel corridoio che dall’ingresso porta alla zona notte è colocata un’insolita console rustica. Sullo sfondo due tavole dipinte a soggetto religioso: l’accuratezza nei vani di servizio. La camera da letto accentua il contrasto tra lo sfondo chiaro dato dalle pareti, dalle tende e dalla morbida moquette e i mobili scuri, massicci i comodini e il cassettone, più aggrazziati e decorativi la testata del letto in ferro dipinto e la poltroncina Luigi XV. L’illuminazione è resa da lumi con base in ottone.

Nel Sud-Tirolo emergere per tradizione

Posted by: admin / Posted on: 28 Gennaio 2008 / Category: Attualità

Un pò italiana e un po austriaca, gelosamente conservatrice

di tradizioni popolari e tuttavia aperta ad accogliere un turismo sempre più apprezzato, questa zona del Sud-Tirolo punta alla sua definizione sulla peculiarità etnica e paesaggistica della sua configurazione.

La casa colonica che presentiamo si trova sull’altopiano del Renon — Ritten in tedesco — posto tra le valli d’Isarco e Serentina, a mezz’ora circa di macchina da Bolzano.
Con i suoi 1200 metri di altitudine, il Renon è da tempo un rinomato luogo di villeggiatura: già nel XVI secolo l’aristocrazia del capouluogo alto-atesino lo preferiva quale meta di soggiorni estivi, e qui furono costruite molte belle case che univano l’aspetto rustico della loro architettura, confacente all’ambiente naturale circostante,

alla maestosità e all’autorevolezza di cui erano simbolo. I toni del romantico e del pittoresco caratterizzano tutt’oggi questi luoghi: alla fine dell’Ottocento venne progettata una minuscola ma efficente ferrovia che collegava le varie lovalità del Renon. La partenza inaugurale del Trentino, composto di un solo vagone, avvenne il 13 Agosto 1907, e il suo servizio tra Maria Assunta, sopra Bolzano, e Collalbo, è tuttora assicurato, fornendo un’ulteriore punto a riprova del carattere tradizionalista di questa gente che a volte disdegna il progresso tecnologico piuttosto di privarsi di quegli elementi ormai entrati nel costume, carichi di ricordi e poesia. L’antica casa colonica restaurata si trova a Monte di Mezzo, piccola frazione di Collalbo: lo scenario naturale circostante costituisce l’attrattiva

principale, ‘l’impareggiabile vista sulle Dolomiti e le vicine piramidi di terra rossa, fenomeno geologico famoso in tutta Europa per la sua unicità. Accanto alla casa sorge la chiesa si San Nicolò, risalente al XIII secolo, che, stagliandosi sullo scenaario dello Scilar, si pone simbolo del Renon, unificandolo con il resto del Sud-Tirolo che molto spesso conserva ancora queste tipologie dedicate al culto dei caratteristici campanili.

Sembra che ad abitare la casa colonica fosse un tempo proprio il sagrestano della chiesa di San Nicolò, a valle

della  quale passava allora la cosidetta “via degli imperatori”: una strada percorsa dai vogli reali che si recavano a Roma per l’inconorazione, costruita per superare le paludi che stagnavano sul fondo valle. Prima del recente reatauro la casa in questione era rimasta a lungo disabitata, soprattutto per il sio precario stato di conservazione. La ristrutturazione è opera degli esperti muratori della zona che hanno lavorato con gli stessi materiali in uso nel passato, per recuperare la sua integrità lo spirito costruttivo delle

case di una volta: quindi, niente ferro e niente calcestruzzo. Il tetto è stato restaurato ricorrendo alle scatole in larice spaccate a mano, seguendo una consuetudine tipica dell’artigianato edilizio e della zona. Così come è caratteristico del luogo l’uso del ferro battuto, della calce bianca, del legno biondo lungamente stagionato, materiali e tecniche della tradizione da cui gli artigiani locali non sanno prescindere. Gli esterni rivestono la semplicità tipologica delle case di montagna, arricchita dal piacevole effetto contrastante, laggressività del legno scuro e la pacatezza dei muri. Contrasto che all’interno si placa con il colore ambrato dei mobili, delle porte, dell’involucro: e il biancore dell’intonaco rustico si movimenta nelle volte a vela e nelle aperture ad arco. Il cotto e rettangoli si alterna al parquet a doghe e alla moquette grigia, utilizzata

unicamente nella zona notte. I soffitti in legno si diversificano in uniformi composizioni a partiture quadrate o in travature che scandiscono ritmicamente le superfici.

La disposizione dei locali segue strutturalmente quella delle tipiche case tirolesi: al piano terra il vano d’ingresso, la cucina, la stube e il soggiorno: al primo piano la zona notte. La soffitta, caratterizata dalla, mansardatura, è stata riadattata e riadattata e adibita ad un altro locale di riceviemnto, con l’angolo bar e molto spazio libero. Infine,come funzionale complemento dell’abitazione, l’ambiente per la sauna, ricavato da una parte della cantina. L’arredamento utilizza le tipologie rustiche tradizionali insieme a introduzioni moderne, come ad esempio il letto della zona notte.

INDUZIONE, attrazione magnetica

Posted by: admin / Posted on: 8 Gennaio 2008 / Category: Attualità

“IL NUOVO SISTEMA DI COTTURA STA PRENDENDO PIEDE NEL MERCATO ITALIANO ATTRAVERSO CONSUMATORI ATTENTI ALLE NUOVE TECNOLOGIE E AL DESIGN RAFFINATO E ATTUALE”

I piani di cottura ad induzione, approdati sul mercato degli anni Settanta, hanno conquistato ormai la maggior parte dei consumatori in Francia, Germania e nei Paesi dell’Europa settentrionale. In Spagna, Paese come l’Italia tradizionalmente legato alla cottura a gas, in 10 anni l’induzione ha raggiunto il 50% delle vendite.

cottura a induzione

Nel nostro Paese, invece, questo nuovo modo di cucinare sta prendendo piede solo da qualche tempo e coinvolge una convinta, seppur piccola parte d’utenti affascinati dalla più moderna tecnologia e da un design accattivante. Lo stile minimal e pulito di questi piani neri lucidi e perfettamente in linea con le cucine contemporanee, li rende, infatti, un vero e proprio status symbol.

TECNOLOGIA NEW AGE
La cottura per induzione avviene grazie ad alcune bobine posizionate sotto il piano in vetroceramica e alimentate da un generatore elettrico; una volta attivate le bobine creano un campo magnetico che, al posizionamento di una pentola sul piano viene chiuso, adattandola a permeare di corrente induttive. Queste correnti trasformano pio la pentola in un vero e proprio conduttore di calore: anziché agire sotto la superficie del piano, come avviene nei tradizionali piani cottura, agiscono direttamente alla base della pentola e il calore viene trasmesso direttamente al cibo, riducendo in questo modo i tempi di cottura. Per far sì che le bobine poste sotto il piano vengano attivate, è necessario utilizzare solo utensili a fondo ferritico, come ad esempio pentole in ferro, acciaio smaltato o inox. Materiali come il rame o il vetro, invece, non attivano il processo induttivo.

cottura a induzione il principio

Nulla si rompe o si rovina, ma semplicemente se il materiale della pentola non è corretto, il processo di cottura non avviene. Alcuni tra i più moderni piani sono dotati di sensori che segnalano immediatamente l’utilizzo di materiali non compatibili. Un mito da sfatare è la difficoltà nel reperire le pentole e il loro costo. Sempre più spesso le pentole che si trovano sui punti vendita e nei grandi magazzini presentano il simbolo riguardante l’induzione e costano esattamente come le normali pentole utilizzate quotidianamente. Inoltre l’induttore individua esattamente la dimensione della pentola e di conseguenza si attira solo ed esclusivamente da quella parte che è a contatto con la pentola stessa garantendo omogeneità di cottura.

TUTTI I MERITI
Uno dei principali vantaggi dell’induzione, a fronte anche del radicale cambiamento degli stili di vita, è certamente la rapidità con cui viene riscaldato il cibo, possibile grazie all’azione diretta del calore sulla base della pentola. E’ stato infatti calcolato che i tempi per portare a ebollizione l’acqua per la pasta, oppure per scaldare l’olio per una frittura, ottenuti grazie alla tecnica a induzione sono addirittura la metà di quelli necessari con la cottura a gas: con il processo induttivo, grazie al fatto che non vi è dispersione di calore, sono ad esempio sufficienti solo tre minuti per portare ad ebollizione un litro d’acqua, contro i sette dei piani di cottura elettrici in vetroceramica e i cinque di quelli a gas.

E’ stato poi ampiamente dimostrato da alcune analisi fatte dalle aziende del bianco, che l’induzione ha un indice del rendimento del 90% ed è la tecnologia ad oggi più efficiente sul mercato. Inoltre la zona cottura si accende solamente quando viene appoggiata sopra la pentola, per poi spegnersi automaticamente alla rimozione di questa. Tutti questi fattori portano di conseguenza ad un notevole risparmio energetico. Ma proprio sul panorama energetico italiano bisogna fare una precisazione: nel nostro Paese è stata molto rallentata l’introduzione dei piani di cottura a induzione causa dell’elevato assorbimento nominale di questi modelli rispetto alla portata massima dei contatori (3 kW – 3.3 kW) installati nelle case italiane. Anche su questo punto è necessario però fare qualche precisazione: l’assorbimento nominale indica l’energia necessaria a mantenere accesi alla massima potenza tutti gli induttori insieme, una situazione più teorica che reale. L’utilizzo delle normali potenze per cucinare, invece, consente di utilizzare addirittura tutte e quattro le zone contemporaneamente con un assorbimento assai più limitato. Ad esempio un contatore da 3 kW è più che sufficiente per gestire una situazione limite in cui si preparano contemporaneamente una pasta, un sugo, delle bistecche e un contorno. In questa situazione, si assorbono meno di 2.5 kW. Alcuni prodotti posti sul mercato inoltre, hanno la possibilità di autoelimitare la potenza assorbita a un livello compreso tra i 2kW e 10kW per adattare il piano alla potenza del contatore ed evitare di far saltare la corrente. Test effettuati da gestori multiutilities italiani hanno dimostrato che cucinare a gas e cucinare a induzione ha lo stesso impatto sulla spesa familiare. Qualcuno pensa inoltre che, oltre al tradizionale legame con la cottura a gas, in Italia non esista abbastanza energia per supportare la tensione dovuta all’utilizzo di piani a induzione in tutte le case. La lenta penetrazione del prodotto, però, dovrebbe dare tempo alle compagnie elettriche di adattare le infrastrutture alle nuove esigenze come avvenuto con la diffusione dei condizionatori.

SICUREZZA E PULIZIA
I piani ad induzione si caratterizzano per l’assoluta sicurezza. Non solo si può eliminare il gas dall’appartamento rendendo la casa decisamente più sicura. Ma anche il piano, di per sè, è molto più sicuro di un metodo tradizionale: la zona cottura infatti viene attivata solitamente se viene a contatto con la pentola evitando quindi accensioni accidentali da parte soprattutto dei bambini; inoltre, visto che il calore viene generato direttamente sul fondo della pentola, la superficie del piano rimane quasi tutta fredda, senza quindi il rischio di possibili scottature. Per quanto riguarda le operazioni di pulizia bisogna sottolineare che la superficie del piano è completamente liscia, senza quindi il rischio di possibili scottature. Per quanto riguarda le operazioni di pulizia  bisogna sottolineare che la superficie del piano è completamente liscia e questo facilita certamente la pulitura. Inoltre, rispetto ai piani di cottura elettrici in vetroceramica, la superficie del piano rimane quasi sempre fredda, come già detto, e in ogni caso, data la bassa temperatura, anche se il liquido dovesse fuoriuscire accidentalmente dalla pentola non c’è il rischio che si bruci.

Basta insomma un panno umido per pulire questo tipo di piano senza più preoccuparsi di detergenti per lavare e smacchiare la superficie.

DESIGN: COME DIFFERENZIARSI
I piani a induzione si distinguono gli uni dagli altri innanzitutto sulla base dell’estetica che, tramite un abile gioco di alternanze di materiali ricercati come il vetro e l’acciaio, può differenziare fortemente un prodotto dall’altro.

Vi sono poi numerosi elementi che lasciano spazio alla creatività del designer; come ad esempio le dimensioni dell’intero piano cottura , e soprattutto la serigrafia, che caratterizza le zone  cottura rendendole diverse in base alle forme e alla loro combinazione; in questo modo si interviene contemporaneamente anche sulle potenze che si adattano a ogni esigenza; le zone cottura, estensibili e modificabili, si adeguano infatti a pentole di ogni forma e dimensione. Vi sono poi le cornici, che possono essere sia estetiche; sia strutturali che danno un tocco in più o meno deciso al design del piano. Infine un dettaglio per nulla trascurabile è il colore del piano stesso, fino ad oggi quasi esclusivamente nero e lucido, ora disponibile anche in bianco. Ma qualche produttore afferma che sta già lavorando per potersi garantire l’esclusiva di piani a induzione dai colori più disparati, e accostabili a qualsiasi tipo di cucina, per evitare anche le più piccole increspature nell’armonia degli stili. Bisogna inoltre sottolineare il fatto che, se esposti, questi prodotti potrebbero essere venduti con molta più facilità, anche perchè sempre meglio trovarsi di fronte ad un elettrodomestico, piuttosto che ad una foto da catalogo, per argomento nel migliore dei modi.

Promozioni Sì ma con idee Nuove

Posted by: admin / Posted on: 7 Gennaio 2008 / Category: Arredamenti & Suggerimenti d'Arredo, Attualità, Storia dell'Arredamento

“I rivenditori tirano le somme sull’argomento già affrontato con i produttori d’elettrodomestici e cucine. Pur ammettendo l’effettivo guadagno di tali attività. Un po’ stanchi, ricercano altri prodotti che possano nuovamente stupire il cliente.”

 Negli ultimi due numeri della nostra rivista abbiamo cercato di capire, attraverso diversi punti di vista, prima quello dei produttori del bianco, poi quello dei cucinieri, quali fossero le opinioni più diffuse sulle promozioni dedicate agli elettrodomestici, che negli anni sono diventate sempre più una prassi e quasi una legge.

piano cottura

Le opinioni sul “regalo”; solitamente la lavastoviglie, si dividono tra chi sostiene che sia il mezzo più efficace per vendere più cucine ed elettrodomestici, e chi invece crede sia ormai un compromesso un po’ obsoleto. Inoltre da un lato i produttori di elettrodomestici definiscono le promozioni un aiuto a vendere le cucine, dall’altro i produttori di cucine, ribattono che simili operazioni sono uno dei pochi strumenti ancora in grado di difendere il proprio fatturato legato al bianco, che attualmente rischia di essere intaccato dalla concorrenza aggressiva di distributori – che hanno armi come la velocità e le reti corte – e Grande distribuzione. Ma vediamo più concretamente qual è il valore strategico che hanno dato alle promozioni i produttori del bianco e quelli di cucine, per scoprire l’opinione in merito dei negozianti.

INCENTIVO O SVILIMENTO?
Da parte dei protagonisti del bianco sono emerse opinioni differenti: se da un lato vi sono produttori che considerano le promozioni indispensabili per realizzare volumi e creare, o meglio consolidare, i loro rapporti con il partner cucinieri; dall’altro c’è chi continua a sostenere la tesi dello svilimento dei prodotti cui questo tipo di azione conduce. Nato come un metodo per cercare di alzare il tasso di penetrazione della lavastoviglie sul mercato del nostro Paese, la promozione, che vede questo elettrodomestico praticamente regalato al consumatore finale, non avrebbe più ragione d’essere, visto che oramai, secondo alcuni, quasi tutte le famiglie ne possiedono una, pur magari ammettendo di non utilizzarla spesso. D’altro canto è pur vero che rimane un ottimo incentivo per vendere il tris di elettrodomestici di uno stesso marchio – e quindi far girare più prodotti e aumentare fatturati – e soprattutto per spingere la vendita di una cucina. E in ogni caso il rischio di svilire negli anni questo prodotto è compensato appunto da una forte operazione di vendita che oltre a garantire comunque un buon tasso di penetrazione, conferma la stretta partnership che si viene a creare tra entrambi gli attori,produttori di elettrodomestici e cucinieri. A conti fatti, secondo le aziende del bianco, per ciò che riguarda le promozioni, sono quindi maggiori i pro (stabiliscono i rapporti di partnership, aumentano il tasso di penetrazione dei prodotti, garantiscono buoni volumi di vendita e soprattutto dinamicità al mercato).

pianocottura

che i contro (sviliscono i prodotti e non garantiscono margini corretti ai rivenditori).

OMAGGI TROPPO FACILI
Questo scenario di luci e ombre permane anche nelle opinioni dei cucinieri. Chi continua ad appoggiare questo tipo di attività promozionali lo fa soprattutto per avere un prezzo concorrenziale rispetto alla Grande distribuzione e poi per “difendere” il fatturato del 30% percento relativo agli elettrodomestici, che altrimenti andrebbe perduto. Secondo questi cucinieri dunque non servono tanto a vendere le cucine bensì gli elettrodomestici. Ci sono però molti produttori di cucine che invece ritengono le promozioni un’attività utile sul breve periodo ma non certo a lungo termine, a causa della forte dispersione di risorse e di energie che potrebbero altrimenti essere investite in altri campi molto più utili, come ad esempio la qualità del servizio o la forza del brand. In sostanza questo tipo di attività funziona sì, ma essendo negli anni divenuta troppo facile e diffusa, rischia oggi di essere controproducente.

UN CONSUMATORE PROTAGONISTA
Cosa pensano invece i rivenditori delle promozioni? Secondo questi operatori per orientarsi tra le dinamiche di un argomento

piano cottura

tanto delicato, bisogna indubbiamente partire dal consumatore, e da come quest ultimo vive le promozioni: si deve diventare un pò psicologi quando ci si trova di fronte ad un cliente e cercare di capire quali sono le sue esigenze, le sue abitudini e solo in un secondo momento avanzare domande sulle disponibilità economiche. Tutti sono concordi nell’affermare che, se un tempo il consumatore, più disposto a spendere, adocchiava un prodotto interessante in vetrina ed entrava nel negozio per acquistarlo, ora non è più così: il cliente va “attirato” presso il punto vendita, va seguito passo dopo passo e consigliato nelle scelte, va coccolato, ma soprattutto va stupito. E’ proprio su questo punto che nessun negoziante ha intenzione di soprassedere. Lo stupore che si legge sul viso di un cliente attratto da un prodotto sembra essere il punto di partenza e di arrivo di tutto il difficoltoso processo della vendita di una cucina.

CIRCOLO VIZIOSO
A questo punto però la lavastoviglie in regalo non basta più, per due motivi: è ormai un omaggio istituzionalizzato e non impressiona più i consumatori, e lo si può trovare praticamente ovunque. Sono infatti molti i negozianti che lamentano questi due problemi: da molti anni la lavastoviglie viene in effetti regalata da tutti, o quasi, i produttori di cucine, spesso indipendentemente dalla fascia di mercato di appartenenza, e proprio per questo motivo non si invoglia più il consumatore all’acquisto della cucina senza che vi sia una promozione in atto; se fino a qualche anno fa queste attività venivano segnalate solo in alcuni momenti dell’anno e solo pochi marchi di elettrodomestici aderivano all’iniziativa ora invece si può parlare di una consuetudine generalizzata. E come se questo non bastasse, il consumatore non deve neanche fare più la mossa di cercare il punto vendita più vicino che partecipa alla promozione, perchè non vi è negoziante che non abbia almeno un marchio di cucine che propone l’offerta. Anzi la maggior parte dei punti vendita dispone di più brand in promozione. Qualcuno dichiara di voler smettere con questo circolo vizioso che non permette di accumulare i margini adeguati, ma confessa d’altro canto di non potere, per forza di cose, fare da solo una scelta di questo genere perchè verrebbe immediatamente “tagliato fuori” dal giro e rischierebbe di compromettere troppe vendite di cucine. La proposta da parte di chi è stanco di queste attività, e le considera ormai inutili e poco significative, è quella di coalizzarsi, e al motto di “l’unione fa la forza”, chiedere ai produttori di elettrodomestici e di cucine di concentrare maggiormente le promozioni solo in un paio di occasioni l’anno.

UN VALORE POCO APPREZZATO
I rivenditori intervistati ricordano anche la poca stima che viene prestata al valore dell’elettrodomestico in regalo è fonte di numerose delusioni: quasi sempre sono prodotti che superano i 700-800 euro e non sono quindi elettrodomestici fascia entry level come quelli che vengono proposti alla Grande distribuzione del mobile. Nonostante però venga continuamente sottolineato il valore di questi prodotti da parte dei negozianti, i consumatori sono un pò restii a recepirlo, proprio per il fatto che viene loro omaggiato. I negozianti spiegano infatti come nella mente dell’utente si insinui un meccanismo per il quale “ciò che viene regalato è di poco valore, visto che nessuno regala niente per niente”. Invece non è affatto così. Si tratta di prodotti importanti, dotati di tecnologia avanzata, come ad esempio i programmi per il lavaggio dei cristalli o quello Bio o ancora Differenziato, e altre caratteristiche di grande valore.

UN ARMA IN PIU’
Naturalmente anche chi afferma di essere stanco di queste attività, per i motivi che abbiamo sopra citati, ammette comunque che le promozioni sono state, in passato in alcun caso lo sono tuttora, decisive per la vendita della cucina – come avevano già dichiarato i produttori di elettrodomestici – e per incrementare il fatturato dei punti vendita: proporre l’intero pacchetto di elettrodomestici, infatti, da una parte invoglia il consumatore all’acquisto del modello desiderato e, nei casi più fortunati, il risparmio sulla lavastoviglie, che viene regalata, si trasforma nella scelta di un piano di cottura più performante, di un forno dotato anche di ricette preimpostate o di un piano di lavoro dai materiali più pregiati. I rivenditori intervistati confermano quindi che, soprattutto per ciò che riguarda il primo impianto e per le giovani coppie o i single che decidono di andare a vivere da soli, è un buon risparmio che viene quasi sempre recepito positivamente.

I PIU’ INTRAPRENDENTI
In ogni caso, mentre i produttori di cucine e di elettrodomestici riflettono su quale prodotto potrebbe, in un futuro molto prossimo sostituire la lavastoviglie, alcuni rivenditori stanno già attuando politiche di promozioni diverse da quelle standard di cui abbiamo parlato fin ora. E qualcuno già ammette che funzionano. Si tratta infatti di tornare a stupire il cliente e proporre quindi prodotti di valore, oggetti del desiderio, che conferiscono un’idea di lusso come ad esempio cantinette, macchine per il caffé o piccoli elettrodomestici, come i robot da cucina di alta gamma, che magari un consumatore non acquisterebbe. Più nel dettaglio si è cercato di fidelizzare i clienti attraverso omaggi “inattesi” qualcuno ha provato a sottoporre all’attenzione del consumatore macchine che preparano la pasta e pane, oppure gelaterie, frullatori o ancora macchina caffé, tritarifiuti e per i più audaci, le proposte, come già accennato, hanno visto protagonisti veri e propri elettrodomestici come forni a microonde, macchine da caffé o cantine per la conservazione del vino. Questi intrepidi rivenditori sono molto soddisfatti del riscontro avuto dagli innovativi omaggi proposti in fase di vendita e confermano che hanno intenzione di continuare su tale strada, perchè convinti che sia l’unico modo per sorprendere e impressionare il consumatore. I rivenditori, anche i più piccoli. hanno dunque già trovato delle valide alternative per sviluppare il business.

LA CREATIVITA’:Un’efficace arma contro i falsi

Posted by: admin / Posted on: 28 Novembre 2007 / Category: Attualità

Conoscete qualcuno che dichiari di fare dei prodotti di bassa qualità? Io no,non so di nessuno.Eppure la bassa qualità esiste:viene indossata,mangiata,bevuta,letta,guardata,ascoltata.Ma tutti proclamano che i loro prodotti sono di alta qualità.Questo dimostra che sul termine “Alta qualità” le idee sono piuttosto confuse.Per sgombrare il campo dagli equivoci occorre dire con chiarezza una cosa.La qualità è un elemento che sta in equilibrio con il valore,e dunque con il prezzo.Non necessariamente un prodotto di prezzo elevato sarà di alta qualità.Ma inevitabilmente un prodotto di alta qualità sarà di prezzo elevato.E’ una legge che non ammette eccezioni.La stessa legge ,ma capovolta,vige in basso.Qui possiamo osservare che non necessariamente un prodotto di bassa qualità sarà di basso prezzo.Ma si può affermare con certezza che un prodotto di basso prezzo sarà di bassa qualità.Non a caso l’alta qualità è stata inventata dal settore del lusso.Inventata non solo come termine o slogan,ma come criterio di riferimento,come insieme di principi e di regole cui attenersi scrupolosamente nella progettazione e nella realizzazione dei prodotti.Il concetto di alta qualità si fonda  su alcuni principi basilari.I materiali devono essere di primissima scelta,il design deve essere originale.La lavorazione deve essere di grande artigianato specializzato.L’insieme deve dare un prodotto raro e caro,prezioso non solo negli ingredienti ma anche nella progettazione e nella realizzazione,oltre che innovativo.E’ solo da questa mescolanza di qualità eccellenti che può nascere un prodotto di alta qualità.La creatività è una componente intrinseca dell’alta qualità.E,fra tutte le componenti,è la più rara.Oggi la creatività è in declino.Ma per le grandi marche del lusso non è meno indispensabile dei materiali pregiati.Perchè è proprio la creatività il valore aggiunto che trasforma la materia indifferenziata in un oggetto irripetibile,inconfondibile,originale.Di alta qualità.Questo concetto di alta qualità,e il rigoroso rispetto dei suoi principi,sono la migliore difesa contro due pericoli che minacciano le nostre economie occidentali e il mondo dei prodotti di lusso.Uno dei due pericoli si chiama contraffazione.Non tanto la contraffazione volgare (quella delle cattive imitazioni a basso prezzo),quanto piuttosto la minaccia ben più insidiosa dei falsi realizzati con materiali preziosi e lavorazioni accurate.Un tipo di contraffazione che,in un uso improprio del termine,potrebbe essere definita “di alta qualità”.Per lottare contro questa insidia non c’è miglior mezzo di questo:un’applicazione rigorosa del concetto di alta qualità dove la creatività occupi il posto che merita.Perchè è questa la sola cosa inimitabile:la bellezza del prodotto originale.L’altro pericolo,che minaccia la nostra economia nel suo insieme,è quello di prodotti di bassissimo prezzo,rovesciati sul mercato da paesi che possono ancora giovarsi di costi irrisori del lavoro.Anche contro questo tipo di pericolo la creatività è strumento di difesa molto più efficace delle barriere all’importazione.Bisogna combattere con la testa,con il cervello.L’alta qualità è nella materia più preziosa:quella grigia.

IL VALORE DELLE COSE

Posted by: admin / Posted on: 27 Novembre 2007 / Category: Attualità

Io sono un uomo d’ordine e pretendo che a ogni parola corrisponda una cosa,non due o tre.Ovvio che mi si spalanchi davanti un destino di frustrazione,ogni volta che si tira in ballo la qualità.Tutti ne parlano ma ognuno le da un significato diverso e,guarda caso,sempre piuttosto vago.Così mi viene voglia di darmi alla quantità,che almeno è misurabile.In fatto di perversione quantitativa ci sarebbe un predecessore illustre,Don Giovanni,non interessato alle qualità fisiche e tantomeno morali delle sue conquiste ma solo al loro numero.Poi per fortuna mi riprendo,torno sui miei passi,consapevole che la quantità porta all’inferno e la qualità al paradiso.L’importante è dare un significato preciso alla parola.Chi non ha altri parametri tende a collegare la qualità al prezzo.Il biglietto di un film di Martin Scorsese costa la stessa identica cifra del biglietto per un film di Federico Zampaglione.La qualità non è pertanto questione di prezzo ma di valore.Un libro è di qualità quando arrivo all’ultima pagina e mi dispiace che sia già finito.Le scarpe sono davvero di qualità quando oltre a essere belle non fanno entrare l’acqua e non mi torturano l’alluce.Quindi la qualità è un insieme di qualità,un armonico dispiegarsi di molteplici virtù.Non basta che un divano stia bene in un salotto,intonandosi con gli altri mobili,deve anche usare la cortesia di non sfondarsi quando i pargoli lo scambiano per un tappeto elastico.In infiniti casi la qualità è sinonimo di durata.Il tempo è galantuomo e punisce le infatuazioni momentanee.Sono convinto che dietro a ogni oggetto scadente ci sia un produttore degno di Musil,un uomo senza qualità e quindi senza amore per il proprio lavoro.In fondo il significato di una parola lo si può fissare anche attraverso il suo contrario e il contrario di qualità,adesso lo so,è nichilismo.

Finlandia costruire con il legno

Posted by: admin / Posted on: 18 Novembre 2007 / Category: Attualità

Lontana da un turismo internazionale,sconosciuta o quasi da molti,la Finlandia offre un paesaggio di fiaba unico al mondo.Possiede sterminate isole,laghi,foreste di betulle e di conifere;è un intricato spazio in cui è possibile isolarsi tra silenzio e solitudine per un contatto forte e diretto con la natura.Le notti, brevissime d’estate,assomigliano a crepuscoli e i paesaggi a magiche abitazioni di gnomi e di fate.Lacultura antichissima,si differenzia in modo evidente dalla nostra e lascia nel profondo di chi l’ha avvicinata,un senso di struggente malinconia.Rocce,insenature,isole erose dai mari si contrappongono a rupi emergenti e boschi:pini,abeti e betulle coprono quasi interamente il suolo.Fiumi e laghi raccolgono l’immenso tesoro ittico e i boschi quello importante del legno,che determina l’economia di questa nazione.D’inverno quando tutto dorme sotto le nevi e la calma investe flora e fauna,i contadini si trasformano in taglia legna o falegnami.Con i suoi trenta milioni di ettari di foreste la Finlandia costituisce una delle maggiori riserve di legno Europeo.Vengono tramandate di padre in figlio consuetudini,usi e segreti;vengono utilizzati gli attrezzi semplici e familiari.Il legno,le sue lavorazioni e l’esportazione della materia prima contribuiscono a determinare in modo fondamentale la vita degli abitanti di questa nazione.Il gusto per gli incastri e il lavoro artigianale hanno permesso la nascita  di mobili dalle linee particolari,semplici e funzionali al tempo stesso.Qui sono nate anche importanti e inconfondibili architetture sotto la spinta di grandi maestri come Alvar Aalto,Carl-Joan Boman oLlmari Tapiovaara.Le case  dei villaggi più piccoli affidano talvolta la loro bellezza al gusto di un semplice decoro di incastri,dalle fasce e dalle tonalità dei legni,dando luogo a eleganti giochi compositivi.Le cornici,gli ornamenti,le riquadrature,le scale sanno completare gli aspetti decorativi e personali di  ciascuna abitazione.I villaggi dei pescatori assomigliano a piccoli labirinti e  ciò che stupisce è l’uso variegato dei colori  su tutte le superfici.Il  più piccolo oggetto d’uso quotidiano o le grandi costruzioni raggiungono sempre un alto livello qualitativo.Tutto si fonde armoniosamente con la natura circostante;pendii,sentieri,limitano e dividono senza violenza,le proprità.In questi spazi,con la possibilità delle ricchezze naturali,l’uomo ha compreso l’importanza di vivere tra il cielo,il mare e la sua terra.Si contrappone il letargo invernale alle misteriose e brevi notti estive e l’abitante ha ritrovato l’esperienza primordiale della natura.Anche le forze vitali hanno determinato il carattere alle città.Ogni anno gli alberi,la natura reinterpretano i processi nella creazione;vivono le forme inquetanti della foresta dalle lunghe ombre e le acque dinamiche purificano ogni cosa.Le città non nascono secondo concezioni urbanistiche a noi note,per un uso sfrenato di macchine,ma anche negli esempi più avanzati tecnologicamente si riservano ambienti confortevoli,liminosi,areati.Ogni città deve assomigliare ad un giardino,l’estetica,la gioia,l’appagamento ad una spiritualità vengono premiate con viste su ampi parchi,fontane,laghetti e le strade richiamano a piacevoli passeggiate.Gli abitanti rimangono fieri testimoni di un passato,conservando con cura ciò che la natura a loro donato.I ritmi temporali non hasnno modificato gli elementi fondamentali di questi luoghi naturali ma hanno contribuito a plasmarne i caratteri riflettendosi nei miti e nelle favole.

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