Arte Brotto rielaborazioni di stile eseguiti nei primi del ‘900
Vi sono, da parte della ditta ARTE BROTTO rielaborazioni di stile eseguiti nei primi del ‘900 a metà ra classico e moderno.
Annibale Colombo del periodo Napoleone III
Vi sono alcunin mobili della ANNIBALE COLOMBO del periodo Napoleone III, mobili detti anche eclettico, poichè dal periodo del grande passaggio e trasformazione, vi fu un’enorme trasfigurazione di stili e di rielaborazione di mobili precedenti, che fu anche il periodo in cui si iniziò a pensare al mobile inserito nel contesto dell’arredamento.
Dei modelli riferimento come provasi
Questa collezione della ditta PROVASI presenta dei modelli riferiti a differenti stili. Vi sono mobili in stile ‘Impero’, che dopo il periodo del ‘Transizione’, del ‘Direttorio’ subentrano allo stile ‘Luigi XVI’.
Fernando Saracino: Omaggio a Carlo Bugatti
Carlo Bugatti (1856-1940) presenta all‘Esposizione Internazionale delle Arti Decorative dl Torino del 1902 la “stanza a chiocciola”, un ambiente di soggiorno di forma singolare. Gli anni a cavallo del secolo erano stati contrassegnati dall’affermazione del Liberty (Vesposizione ne consacrava la fortuna) e di tutte quelle esperlienze che, pur non essendo direttamente improntate ai canoni specifici delle province europee di quello stile, attorno ad esse si erano sviluppate con impronte autonome particolarissime. I mobili che Carlo Bugatti progettava modellando (non bisogna dimentlcare Ia sua preparazione nel campo della scultura), erano improntatl a una originallta che traeva la propria sostanza dalla osservazione, dalla reinvenzione e dalla aggregazione più libera dei motivl architettonici, degli elementi dl arredo e della decorazione araba medlo orientale. A questa Bugatti, con altrettanta liberta, aggiungeva elementl tratti dalla cultura dell’estremo orlente ed anche altri che gli venivano dalla pittura itallana di quel periodo. Mi riferisco, ad esemplo, all’inserimento decorativo di fronde appartenenti al linguagglo espresslvo del pittore Giovanni Segantini, suo cognato. La figlia Ebe, in una lettera, racconta che si entrava nella stanza attraverso una piccola porta ad arco che si apriva in un grande guscio; qulndi si saliva una rampa che seguiva l’andamento della chlicciola e ci si trovava su una vasta piattatorma circolare sulla quale troneggiava un grande divano ad U, delI’ingombro di circa tre metri per quattro, che terminava, al centro della spalliera, con una grande chiocciola verticale. Quattro seggiole di specialissima fattura erano disposte a completare I’arco teorico tra le ali estreme della U, al cul centro era dlsposto un tavollno rotondo. Alcunl paraventl, tra dl loro collegatl e di forma circolare, completavano I‘arnblente. I mobili, contrassegnati da un sapiente gioco di curve, frutto della modellazione dl progelto, erano totalmente rivestltl dl pergamena dipinta a motivi seriali fltomorfi e zoomorfi propri del repertorio bugattiano (ad esempio rioorrente quello della Iibellula) ed erano arricchiti da ghiere in rame sbalzato con Io stesso genere dl decorl. Il complesso suscito nel critici e nel pubblico pareri contrastantl, ma alla fine a Bugatti venne assegnato ll massimo riconoscimento dell’esposizione, ll diploma d’onore; si trattava del coronamento della sua carrlera. La stanza a chlocciola in parte perduta, in parte dispersa. Una rlcerca attenta non ha permesso dl rintracclare ll dlvano, che pare sia ernlgrato in America; ll tavolino e in Italia presso un cuttore di oggettl bugattiani; due seggiole dovrebbero essere a Parigi presso un altro estimatore; delle due restanti non si sa quasi nulla: i collezionisti custodiscono gelosamente i Ioro segreti. II materiale deII’epoca recuperato e soltanto totogratico e scarso: quattro immagini deIl’insieme, piu quelle delle sedie e del tavolino. La ricostruzione degli oggetti si deve considerare perlanto simbolioa, anche se il tavolino, l’unico pezzo reperibile, e stato accuratamente rilevato e le sue dimensioni hanno contribuito, almeno in pane, alla determinazione delle ipotesi progettuali degli altri elementl.
Proprio per restare fedeli al valore simbolico che acquisiscono questl oggetti si e pure deciso di non rlprodurre sia il rivestimento in pergamena sia la deoorazione che era stata dipinta sullo stesso.
Mentre Ie quattro seggiole dalla caratteristica struttura a sbalzo, assieme al tavolino, sono state oostruite in legno, problemi di carattere tecnico-economico hanno suggerito |‘uso del polistirolo espanso per quanto riguardava Ia riproduzione formale del grande divano a chiocciola. AI di Ia delle indicazioni di massima delI’involucro dovute a Ebe Bugatti, nulla si conosce del guscio che conteneva Io spazio di soggiorno. Questi problemi hanno portato allindividuazione di un allestimento che fosse tutto giocato sulle caratteristiche simboliche delI’operazi0ne, ottenute mantenendo Ie diverse valenze dei materiall usati nella costruzione degli oggetti, esposti in uno spazio virtuale. Con questa operazione si e inteso prestare altenzione aIl’in- tuizione e alla capaoita di invenzione di arlo Bugatti, caratteristiche che rendono questi arredi attuali pur nella nostra tempene.
Il Modernismo Italiano
ll Liberty italiano, come tutti i movimenti analoghi sorti in ogni parte d‘Europa, conobbe un rspentlno successo segulto da un altrstlanlo subitanso ed immeritato oblio. E da pochi annl chs si assists ad una sua revisions critica ed alla relatlva rlvalutazions che ns conssgue, dopo che malauguratarnsnte sono andati distrutli insstimablli tsstlmonianze di quella cultura. Eppurs solo due generazioni ci separano dalI‘spoca che vedsva protagonisti qusi personaggi che agivano e operavano segusndo il gusto Liberty. La ragione è senz’altro da individuarsi nel sorgere del razionallsmo, che si contrappose con tale forza alla presenza della decorazione in archltettura e nelle altre arti da indurre un rifiuto iconoclasta ad ogni fregio, modulazione superficiale.
Oggi, se volessimo considerare i meriti del movimento Liberty o, piu propriamente Modernismo, dovremmo superare le valulazioni puramente formali. Certarnente e di quegli anni il fermento culturale che. sovrapponendosi alla raggiunta unità nazionale, tendeva alla ricerca dl un più compiuto e sovraregionale linguaggio espressivo. Contemporaneamente si tendeva all’apertura verso il nuovo che giungeva dalla Germania e dalla Francia, ln campo culturale come in quello tecnico. II Modemismo fu tale, dl nome e di fatto per gil ambienti artistici e lndustriali della penisola. Intorno al nuovo stile si concepirono modi nuovi di produzione, avvalendosi di macchlnari; nuovi criteri di comunicazione, le esposizioni nazionali; più coraggiose politiche commerciali, con l‘aperlura dl liliall in attrs citta o aI1’estero. Gll artlsti s gli industriali rvlodernisti srano giovani che sl srano recall aIl’sstsro, si tenevano intormatl delle tendenze e delle tscnologis, lnvsstivano s rlschiavano. Emblsmatico il sodalizio, durato un ventennio, tra Ernesto Basile e Vittorio Ducrot. Architetto il primo, industriale il secondo, sntrambi palermitani, Figll dl rloche e` ispsttabili famiglia della borghesia cittadina, studlano all‘estsro s godono del crsdilo s dsl prssligio dovuto alla Ioro posizione socials. I prlmi commiltsnti sono dunque l Florio s Ia prlncipessa Deliella, che consentono a Basils di progettare un’architettura “tota|s” dove l’lnterno e I‘ssterno sono complemsnlari e studiatl lin nsi particolari delle manlglie s delle maioliche, senza contare la collaborazions con artisti per la dscorazione delle parstl, s Ia fornilura di disegni per atessitura dl stoffe apposite. Ducrol tornlra tutto l‘arrsdo, fungendo da capo commessa anche per quegli accessorl, vetrl legati, marmi, ferri baltuti, che non sono di sua dirstta fabbricaziorls. Il momsnto “magico” per sntrambi s I‘Esposizione di Torino dsl 1902. In sssa, assiems ad altri produtlori di mobill italiani, Ducrot s Basile espongono alcuni amblenti completamente arredatl di grande pregle e Iusse. Accanto a questi vengone pero presentati tutla una serie di tipologie di mobili in legno di rovere chiare. Sone meleili semplici, reousti, een risolti figurati-
vamente ma molto lunzienali. Hanno subito successo e verranno prodolti in serie sette Ia deneminaziene di “mebili Torino” per anni oostituendo I’ossatura preduttiva della Ducrot. Nella successiva Esposizione di Milano del 1906, punleranno piu decisamente sul mobile di grande diltusione dando vitaalla serie detta “carreltine sici|iano” perche ispirata alle stile
vernacolare dei modi ooslrutlivi e decorativi dei mastri carpentieri siciliani, Anche questo sara un successo di produzione in serie che conoscera anche una lortuna oommerciale aIl’estero. Fertissima sara l’infIuenza dello stile Basile-Ducrol sulla
produzione cerrente del mobile sine a|l’ini2io degli anni venti. La guerra pone fine aIl’attivila mobiliera della Ducrot che per dimensioni e capilale e ormai un’azien_da ad interesse nazionale. Viene destinala a produrre idrovolanti. Dope Ia guerra riprendera Ia produzione di rnobili in stile neorinascimentale, ma non rilrevera piu Ia vena creativa che ne aveva falto una delle aziende piu dinamiche nel panorama mobiliero europeo. Basile continuera Ia sua opera fino al 1932, anne della sua morte. Contemperaneamente aI|`azienda siciliana, si presentavanoalle espesizieni di Torino e Milano Ie dltte Zen e Meroni e Fossati. Entrambe milanesi, hanne una storia antecedente di produzione di mobili che le vede cen successo aderire al Medernisme. Zen, cendetta dal veronese, naturalizzate mila- nese, Carlo Zen, non trova la collaborazione stretta con un solo pregettista, ma altida il disegno dei sui pezzi in stile floreale a diversi personaggi come i fratelli Sicchirello, Luigi Brunelli, Gianbaltista Gianelii, Ie decorazieni sono del pittore Galileo Chlni e le sculture in terre batluto dl Mazzuccetelll. Alcune opere sono del|`architette Semmaruga. l moblli della Carlo Zen, che in seguile si chiamera Fabbrica Italiana di Mobili sono tutli di grande pregio ebanistico, che, dal punto cli vista tecnico attingeranno a piene mani nella grande tradizione anlglana della Brlanza. Non ci sono limiti alla perizia, che sfiora il virtuosismo nel|’esecuzione di pezzi prodotti in serie limitata e per un mercato europeo molto esigente. Intagli, intarsi, riporti di materiali preziosi a preiusiene sono distribulti su meoili a volte di linee rigorose
che si rifanno alla secessione viennese, a volte, invece, inondano strutture che sono piu vicine acl un barocchetto di maniera. ll catalogo che ne risulta e lndubbiamente piu eterogeneo che non in Ducrot, ma per i contemporanei sl peneva sicuramente su un Iivello di efferta piu alto. Diverse ll case della Ivlerenl e Fossati di Llssone, I‘azienda produce su Iicenza, in esclusiva, i mobili disegnati da Carlo Bugatti, che ha con l’azienda rapporti di sola cessione ad uso commerciale. La fama di Bugatti risallva aII‘Esposizione lnternazionale di Parigi, dove i suoi mobili avevano oltenuto la medaglia d’argento, suscitando ampi consensi. Figlio d’arte, ll padre e scultore, frequenta I’accademia di Brera. In un primo tempo segue con interesse un po’ tutte Ie arti: pittura, scultura, architettura. La curioslta per gli strumenti musicall lo indurra a tradurre nei mobili Ia grande sapienza costruttiva dei Iiutal. Soho infatti i materiali che spesso ricorrono negli strumenti quelli che per primo Carlo Bugatti introduce ad ornamento e finitura di sedie, sgabelli, paravehti, tavolini. Oggetti di rnodeste dimensioni, piu controllabili dal puntc di vista delle proporzioni. Ben presto si cimentera anche con armacli, credenze e Ietli, tino ad arrivare alla celebre e pur- troppo perduta ambientazione totale a forma di chiccciola, espressamente progettata e costruita per Vesposizione dl Torino. La poetica di Bugatti travalica e super il gusto Liberty, 1 suoi oggetti, piu sculture che mobili, si ispirano ad una personalissima interpretazione del gusto rnediorientale detto altrimenti “moresco”, al punto da reinventarlo innestandogli sopra motivi indiani e giapponesi, se non addirittura centroatricani. Sonomoreschi gli intarsl dl maclreperla su fondo scuro, come lo sono anche le onnipresenti applicazioni di dischi, interi o a settori, in rame sbalzato. Ma sono giapponesi Ie applicazioni in foglia d’cro del motivo a ramo di bambu. I termlnali a forma di lancia acuminata, Ie nappe, le pergamene, rimandano ad un sapore tribale. La moltiplicazione dei supporti delle colonnine richiamano Varchitettura templare indiana. Sembra incredibile, ma in mezzo a tanta dovizia di decorazione, ricchezza di materiali, colori e lorme, Bugatli riesce a mantenere il controllo e Fequilibrio, sicchè i suoi mobili possono considerarsi,
ancora oggi, compiute opere d’ar1e. Come tutte le personalitasolitarie e contrastanti, conoscera in seguito un’avversione che sliorera Ia derisione, Dal 1910 cessera la progettazione di mobili per idicarsi alla scultura, con mlnore successo. ll figlio Ettore continuera la tradizione artistico-imprenditoriale di famiglia conducendo in Francia la leggendaria fabbrica di automobill Bugatti. Presse di lui si spegnera Carlo nel 1940. Solo in anni recenti la sua opera e stata riconosciuta. Musei e gallerie di tutto il mondo si contendono i suoi oggetti, tributandogli, ancora una volta, la considerazione di essere stato uno dei piu grandi ebanisti del secolo appena trascorso.
Saracino Arreda presenta: Il Liberty
“Art Nouveau” e il nome che il mercante Samuel Bing, di origine amburgnese, stabilitosi a Parigl fin dal 1871, diede al suo famoso negozio-galleria, dedicato prima alla divulgazione dell’arte orientale ed in seguito alla promozione di mobili e oggetti di personalità artistiche di grande rilievo, interpreti di un nuovo indirizzo del gusto relative all‘architettura e alle arti figurative e applicate. Di qui, legato ad un fatto apparentemente casuale, l’acquisizione del termine “Art Nouveau” per identificare il nuovo movimento che si sviluppa in Francia tra l’ultimo decennio dell’Ottocento e il primo del Novecento. L‘intelligente e colta iniziativa commerciale di Bing raccolse i principali nomi cui si devono le fortune del Liberty parigino Eugene Gaillard, Georges De Feure, Charles Plumet, Alexandre Cnarpentier, mobilieri e arredatori e Bene Lalique, gioielliere. I mobili liberty francesi, nelle versioni migliori fornite dagli artisti sopra citati, trovano rispondenza nel cosiddetto style metro. si ispirano cioè a tutta una serie di realizzazioni ingressi, edicole, balaustre – che l’arcnitetto francese Guimard concepì per le straordinarie stazioni della metropolitana parigina (1889-1904). Ouest‘opera “dove il motivo fitomorfico, organicistico, floreale, espresso attraverso le strutture portanti in metallo smaltato in verde vegetale, si svolge con una libertà fantastica straordinaria diffonde a livello di percezione collettiva un gusto, che venne applicato a molti altri elementi di arredo urbano: dai numeri civici alle insegne dl negozi e ristoranti, alle pensiline delle sale da spettacolo. Hector Guimard, vero nume tutelare del Liberty franoese, “architeot d’art”, come si definiva lui stesso, sviluppa un suo personale stile, che appare pienamente rappresentato nell‘architettura del Castel Beranger a Parigi (1894-1897) e in quella della propria casa in Avenue Mozart. Lo “stile Guimard” (espressione forgiata nel 1903) predilige l’asimmetria, l’arabesco e la ricchezza delle lungne curve vegetall che si insinuano attraverso le materie piu disparate; un gusto per gli effetti inattesi che faceva stravolgere il disegno ordinario alla scoperta di nuovi signiticati psicologici; così una finestra poteva diventare una bocca spalancata, un’lnferriata un tentaoolo e la ringniera di una scala era concepita a irnmagine del movimento ritmlio di chi sale”. Con la stessa intensità espressiva Guimard si ctedioa alla progettazione dei mobili traendo ispirazlone dalla natura, che però non si tratta piu “di copiare”, ma di cogliere nel segreti processi genetici che presiedono alla crescita e allo sviluppo delle piante: “… una gemma sbocciante nel legno e proteodentesi in appendici filiformi one si innestano nelle modanature dei sostegni e generano contemporaneamente la forma deIl’intero oggetto”. Cosi nel mobili di Guimard, come nelle opera di altri artisli francesi del periodo, traspaiono i tratti stilistici salienti del Liberty: linee fluide variamente contorte e attorcigliate, a rappresentare il prolungamento della creatività naturale in una imitazione essenziale e non superliciale della natura. Animatore e promotore del Liberty parigino, Samuel Bing, divenuto ben consapevole dell’internazionalità del movimento, ricerca gli artisti di maggior talento e li introduce in Francia. ln questo senso diviene rappresentante per l’Europa dei magnifici oggetti in vetro opalescente dello statunitense Louis Comlort Tiffany, fa realizzare vetrate a Bonnard, Vuillard e Eugene Grasset, commissiona al belga Henry Van de Velde Farredamento del proprio negozio-galleria, dove espongono tra gli altri Beardsley e Mackintosh, Bourdelle e Rodin, Lalique e Galle. Alle grandi Esposizioni di Parigi, soprattutto a quella Universale del 1900 trionfano i mobili e gli arredamenti di Gulmard, quelli di De Feure, di Colonna. di Charpentier, di Perol, assieme a quelli degli esponenti della Scuola di Nancy(Gaillard, Majorelle). La Scuola di Nancy, fondata uflicialmente nel 1901 attorno alla ligura di Emile Galle, costituisce accanto all”‘An Nouveau” di Bing un altro episodio importante del Liberty francese. Galle, che come Tiffany aveva saputo elevate la produzione dei vasi e delle suppellettili in vetro a livello di arte, sperimentando forme e tecniche nuove, raggruppa attomo a sé una cerchia di artisti e artigiani che producono mobili e oggetti improntati ad un accentuato simbolismo: “L‘ispirazione della natura costituiva per gli esponenti della Scuola di Nancy il movente per ogni attivita e il principio generatore di ogni manufatto, diventando passione quasi ossessiva per tutte le forme viventl, alluslone poetica, adeslone quasi fideistica ai misteri della genesi”. Sulla porta del suo atelier Galle aveva. Infatti, appeso una targa con questa frase propiziatrice; “Le nostre radici giacciono nel suolo dei boschi, nel muschio presso l’orlo di uno stagno”, a testimonianza del lorte richiamo verso l’elemento naturale. Accanto a Galle lavorano a Nancy un gruppo di mobilieri e arredalori quali Prouve, Majorelle, Vallinz proprio dalla collaborazione di Prouve e Vallin nasce Ia realizzazione per Casa Masson di una “saIa da pranzo” (1903-1906) che si puo considerare uno dei capolavori del Liberty: le Iinee di questi mobili, trasformati in creazioni litomorfe, riportano alle flessioni e agli inarcamenti di elementi vegetali con le radici fermamente ancorate al suolo, in una magica atmosfera boschlva. Anche Io stesso Galle si cimenta negli ultimi anni della sua vita nella realizzazione di uno spettacolare letto-tarfalla, dove il motivo simbolico del gigantesco insetto arriva a sovrastare la funzionalita stessa del mobile. Cost tanto impegno e fervore di ricerca, che i migliori talenti del periodo profondono nella realizzazione di mobili raggiungendo un elevatissimo livello artistico, trova una sua motivazione proprio in uno dei punti cenlrali delle tematiche del Liberty, che esclude ogni gerarchia lra le varie arti. Affermando il principio delI‘uni dell’arte, rivaluta le arti applicate, legando inscindibilmente progettazione ed esecuzione tecnica, poiche il lalenlo creativo non puo presoindere da un momento di concreta realizzazione. Ed e proprio a proposito della realizzazione tecnica che il Liberty francese affronta la controversa questione dell’industrializzaziooe o meno delle arti applicate; in netto contrasto con la forma menlis di Morris che condanna la macchina in nome di un utopistico sogno artigianale, Bing, interprete di un modernismo e di un avvenirismc propri del Liberty francese, ebbe dunque a dichiarare: “La macchina polra diventare un fattore importante nella promozione del gusto pubblico. Per suo mezzo una concezione unica, se di portata generate, potrà organizzare all’infinito la gioia delle forme pure”. Un programma decisamenle democratico, alla cui realizzazione doveva tuttavia ostare I’alt0 prezzo che gli oggetti liberty inevitabilrnente raggiungevano, data la loro novita sperimentale e la loro complessila intrinseca. Cost, l”‘Art Nouveau”, il negozio londato da Bing per dar corso alle sue idee, non poteva certo avere un vasto pubblico, doveva rivolgersi ad una ristrelta aristocrazia economica e di gusto.
1900: il mobile inglese
Nel 1851 la regina Vittoria inaugurava a Londra la prima Esposizione Universale della storia. Mentre la sovrana incarnava l’apogeo dell’espansione coloniale imperiale inglese, frutto di una lungimirante e spregiudicata politica di dominio, l’esposizione sanciva la supremazla economica e commerciale della nazione. Le straordinarie, per allora, ed anche per oggi, realizzazioni architettoniche in acciaio e vetro di Joseph Paxton contenevano al loro interno un enorme laboratorio sperimentale che mostrava le più recenti e futuribili realizzazioni tecnologlche. I macchinari industriali ed i prodotti ottenuti da essi facevano dell’Inghllterra la nazione che, con tutte le contraddizioni del caso, promuoveva una rivoluzlone produttiva e, conseguentemente, sociale senza precedenti. Nei padiglioni, tra palme in vaso, tappeti orientali, rlproduzioni
in gesso di capolavorl d’arte di tuttl i tempi, meglio se pudlcamente presentabili (l’epoca era pur sempre “vittoriana”), era
esposta anche la produzione nazionale di moblli per l’arredo pubblico e domestico, in un contesto, come si nota dalle foto
d’epoca, completamente straniante data la diffusa e cruda luce offerta dalle volte di cristallo del palazzo. Si ripeteva, nella piu modesta dimensione dell’arredo, quello che lo storicismo e l’archeologismo inglese aveva indotto nell’architettura: la ripetizlone, a voite con intelligenza, più speeso pedissequamente, dei moduli stilistici del passato, recentemente catalogatl in periodazioni ingabbiate in comode definizioni che non sempre si accordavano col libero fluire della storia. Quella dell’arte poi… Armadiature neogotiche, tavole neo-rinascimentali, credenze neobarocche, monumentali ed impossibili architetture votate ad ogni revival leclto ed illeclto, ispirate al messaggio preraffaellita di Fluskin o ai lavori di Morris (che nel 1861 fonderà le “Arts and Kraft”) con tutte le relative ed inevitabili banalizzazloni, imperversavano sul pubblico partecipe ed abbagliato. Cosi doveva essere, e così è ancora: la logica espositiva vuole un suo rutilante e immaginifico “fuori scala” per esemplificare ai contemporanei lo spirito di un’epoca, altrimenti del tutto ignorato o travisato dal grande pubblico, che proprio in quel periodo cominciava a chlamarsi tale. Accanto a questi “primi piani”, piU discretamente, venivano esibiti plccoli mobili, ottimamente proporzionati, praticisslmi, rifiniti a regola d’arte, in parte in legni esotici di rara bellezza, che le colonie fornivano in quantita ed a prezzi accessiblli, in parte in acciaio od ottone, materie che l’industria nazionale non aveva difficolta a produrre. Giudicati alla stregua di utlli accessori senza pretese, sono oggi i veri pezzi ricercati sul mercato antiquario intemazionale come fedeli testimoni del gusto di un’epoca. Sono mobili riccamente o sobriamente ornati, a volte spogli, che in qualche modo risentono della cultura delle comunità puritane d’oltre Atlantico, gli Shakers e altri, oppure del gusto coloniale olandese. Certo e che non vi sono paragoni tra lia misurata ed attenta fattura di quel che propongono gli ebanisti inglesi, commisurata con ciò che si produce, nella stessa epoca, nel continente. Dall’inizio del secolo, da quando cioè il precursore Thomas Sheraton aveva diffuso i suoi famosi “The cabinet-maker and upholster’s drawing—book”, una sorta di enciclopedia ed insieme vademecum di stampe riproducenti ogni genere di mobili tradotti in disegni stupendamente piranesiani, era un fiorire di piccole e medie aziende artigianali e piccolo-industriali che facevano a gara a inventare, sviluppare e migliorare tipologie di mobili adatti alla novità di una vita borghese ed agiata che si conformava alla nuova tipologia edilizia della casa d’abitazione, dotata di ambienti a funzionalità separate: soggiorno, pranzo, cucina, camere da letto e disimpegni. Nascono i marchi di fabbrica, a volte discretamente ostentati con targhette apposte sui mobili che ne attestano la provenienza, e per alcuni il brevetto. Wyman, C. & Fl. Light, W. Smee & Sons, ed ancora: Whitaker, H. Fisher, Booth, tanto per citarne alcuni, sono aziende strutturate, con tanto di catalogo e listino prezzi, organizzate per la consegna dei loro prodotti. Tutto questo contributà ad impostare nei consumatori inglesi un pragmatismo che porterà, da una parte ad indirizzare la scelta attraverso valutazioni mercantili dl confronto e raggronto tra le offerte, in base a criteri funzlonali ed economici che favorirono l’onesto e moderno concetto di acquisto di beni di consumo, dall’altra, con l’andar del tempo, ad una cristallizzazlone delle tipologie e della ricerca nel campo dell’arredo che si rifletterà sul gusto. Mentre nell’Europa continenlale la fine del secolo vedrà nascere fenomeni come Thonet, che saprà coniugare sperimentazione tecnica, grande diffusione, buon gusto, nel suoi oggettl dl legno curvato a vapore, l’Inghilterra si cristallizzerà all’interno di un gusto nazionale. Questo le farà mancare l’appuntamento con i fermentl del nascente design internazlonale, che troverà in Europa nazioni guida come la Germania del Bauhaus, la Scandinavia, I’Italia del secondo dopoguerra, nonostante ln altri campi l’InghiIterra non abbla mancato, anche nel suo recente passato, di essere protagonista della cultura internazionale.
Brianza Artigianale
“Di ville, di ville!; di villette otto locali doppi servizi; di principesche ville locali quaranta ampio terrazzo sui laghi veduta panoramica del Serruchon – orto, frutteto, garage, portineria, tennis, acqua potabile, vasca pozzonero oltre settecento ettolitri: esposte mezzogiorno, 0 mezzogiorno-ponente, protette d’olmi o d‘antique ombre dei faggi avverso il tramontano e il pampero, ma non dai monsoni delle ipoteche, che spirano a tutt’andare anche sull’anfiteatro morenico del Serruchon e lungo le pioppaie del Prado; di ville! di villule! e di villoni ripieni, di villette isolate, di ville doppie, di case villerecce, di ville rustiche, di rustici delle ville, gli architetti pastrufaziani avevano ingioiellato, poco a poco un po’ tutti, i vaghissimi e placidi colli delle pendici preandine, che, manco a dirl0, “digradano dolcemente”: alle miti bacinelle dei loro laghi.”
Questo celebre passo della “Cognizione del dolore” di Carlo Emilio Gadda mi sembra sufficientemente significativo dello spirito insieme alacre e caustico del brianzolo, contemporaeamente amato e odiato dal “gran lombardo” Carlo Emilio. Per chi n0n concscesse l’aut0re o non avesse mai lett0 il romanzo, un capolavoro della letteratura europea del novecento, dirò che è una cronaca familiare, tragica ed insieme spassosa, che si svolge in una Brianza reale e palpitante, dove i nomi dei luoghi vengono stravolti mutandosi in invenzioni d’ispirazione sudamericana. Ecco che il Resegone, montagna onnipresente nel paesaggio brianzolo, diventa il Serruchon; la città di Erba si tramuta in el Prado; gli architetti pastrufaziani sono gli architetti milanesi: da Pastrufazio, Milano. Ce l’aveva particolarmente, il Gadda, con gli architetti, lui, ingegnere; ed in particolare ccn i razionalisti, che chiamava “quadrangolari” per il vezzo di costruire, a suo dire, avendo cognizione del solo angolo retto. Attraverso di lui ho c0minciat0 ad avere censapevolezza di un certo modo di essere brianozolo e ad esservare con spirito critico ciò che fino ad allora semplicemente accettavo come corollariol naturale dell’ ambiente, e non come peculiarità, tipicita. Qualsiasi tecnica o tecnologia necessaria alla realizzazione di un mobile trova nella regione una risposta produttiva. Nessun altro luogo al mondo è in grado di offrire queste capacità manuali ed industriali concentrate in un cosi piccolo spazio. Come ciò sia avvenuto resta un mistero. Sembra che buonaparte di questa prerogativa si dovette alla presenza delle “villule” gaddiane che ottrirono grandi oppcrtunita a falegnami, tappezzieri, decoratori per riempirle ed ornarle. Più verosimilmente la prima spinta venne data nell’altomedioevo dalle confraternite degli Umiliati, congregazioni laiche di osservanza cattolica che praticavano la vita in comunità produttive, divenuti in seguito veri e propri opifici tessili,falegnamerie, officine; attestate soprattutto in Brianza. Divennero a tal punto influenti da costituire una lobby potente e pericolosa per la stessa diocesi di Milano. Quando San Carlo Borromeo, un altro “gran lombardo” tenterà di contenerne il potere, si buscherà una schioppettata nella schiena, per sua fortuna, deviata, da un adepto. Tanto bastò a decretare l’immediato scioglimento degli Umiliati. Naturalmente la loro diaspora non significò la dispersione del patrimonio delle loro capacità manufatturiere, anzi, la disgregazione dei loro nuclei,presenti in ogni piccolo centro, portò alla diffusione di queste capacità al resto della popolazione, venendo meno il vincolo che ne faceva ambienti chiusi in se stessi.
Nascono così imprese di tipo familiare che perpetuano di padre in figlio un’arte, un’abilita che sapà degnamente concorrere alla bellezza ed elegante finezza di esecuzione di interni di palazzi e chiese di Milano e del contado. A Meda come a Cantù non si contano le piccole botteghe, unità produttive familiari, specializzate in un particolare tipo di lavorazione. Addirittura questa peculiarità di distretto produttivo conosce delle ulteriori specializzazioni concentrate in alcuni paesi oppure rioni di paese. C’e chi sa lavorare il massello, chi sa intagliare, chi sa intarsiare. Ci sono leggende che raccontano di artigiani ultra specializzati nella lavorazione di modanature in legno che hanno messo a punto sistemi propri di lavorazione da non lasciare avvicinare nessuno alla bottega. Da lontano, chi spia, vede eruttare sbruffi di trucioli a baffo di gatta alti dua metri dalla finestra come da un soffione boracifero. C’a chi intarsia le impiallacciature con taglio ad incastro, cosicché l’intarsio, prima di essere applicato, si regga da sè, come di cineseria fatta con pietra dura, a te lo mastrano con orgoglio, spiando di sottecchi la tua meraviglia. C’è chi è fabbro, e ti aspetti di entrare nella sua officina e trovaro l’antro di Vulcano, ed invece ti ritrovi in un ambiente più simile ad un gabinetto dentistico dove tutto è terso e piastrellato, ed il fabbro guarda con sospetto e rassegnazione la tua scarpa infangata. C’è chi sa tornire un bastone di legna praticando un for lungo tutto il suo asse per due metri e più. Diritto e preciso. E solo lui lo sa fare. C’è chi taglia il vetro, lo curva, lo mola, lo incide, lo colora, lo sabbia, lo acida….
La produzione: Direttorio
Siamo nell’ultimo decennio del Settecento. La bufera politica della rivoluzione frencese accentua il gusto per una maggiore sobrietà delle forme già avvertibile nello stile Luigi XVI. lnfatti la Rivoluzione, che si propone di abaettere le monarchie assolute, vuole anche eliminarne lo sfarzo reppresentato della ricca mobilia dello stile Luigi XVI. L’industria del mobile di Perigi, che era giunta al suo massirno livello, subisce un contraccolpo improvviso per lo scioglimento delle corporazioni artigiane. Il cambiemento porta la semplificazione delle forme. ll mobilio ha forme più rigide geometricamente , meno reffinate rispetto allo stile precedente. La linea curva è scompersa completemente. E’ presente in alcuni tavoli rotondi con supporti a pilastrino o a elementi quadrangolari e negli schienali delle seggiole e delle poltrone (schienali ell’etrusca) e si conserva anche nelle gambe posteriori dei sedili a forma di sciabola. ll linguaggio stilistico neoclassico continua ad imperare, me gli ideali della nuova società sono concretizzati attraverso la realizzazione di mobili Luigi XVI a cui vengono tolte le decorazioni originali per sostituirvi i simboli delle Rivoluzione e, in un secondo tempo, motivi classici. Si ritorna all’antico classicismo testimoniato dalle nuove decorazioni: le vittorie alete con copricapo e forme di lire, le corone di alloro, le sfigi greche, fauni, grifoni, anfore, zampe di leone. Prende piede anche la moda dell’ispirazione all’arte etrusca ed egiziana. Lo stile Direttorio è dunque di un classicismo piu accademico rispetto al periodo pre-rivoluzionario. Si impone un gusto semplice, fondato sulla rusticità dei legni. l mobili pregiati, costruiti con il mogano diminuiscono. Le impiallacciature sono eseguite ora con legni di albero da frutto e i vari masselli di legno vengono dipinti con i colori di moda: grigio chiaro, celeste, giallo, blu. Tra i mobili tipici dello stile troviamo il cassettone, la Psichè e i sedili, il letto da giorno “meridienne”, i lavamani e i candelabri a tripode. ll cassettone è generalmente costruito con materiali poveri, ed austeri, sempre più destinato alla funzione di contenitore. Al suo posto acquistano importanza gli scrittoi a ribalta e le credenze. Per l’ltalia non si può parlare di uno stile Direttorio originale e diffuso, ma soprattutto copiato. ll Veneto rimane ancora legato a elementi tipici dell‘area veneziana, quali dorature e laccature.
La produzione: Luigi XVI
Sotto l’influenza della nascente sensibilità neoclassica, il mobile tardo Settecento abbandona la fantasiosità e il capriccio del periodo Rococò (Luigi XV) per assumere le forme semplici e lineari del periodo Luigi XVI (1770-1790). E’ lo stile in perfetta armonia con l’epoca ormai sazia dell’esuberanze del periodo precedente, affascinata dalla ragione e dalle idee di libertà. E’ il primo soffio della Rivoluzione Francese che di lì a poco spazzerà l’intera epoca. Grazie all’influenza del gusto inglese e grazie anche al gusto personale della regina Maria Antonietta, la simmetria torna a dominare la decorazione e le volute Rococò vengono sostituite con linee diritte e gambe scanalate. Alla linea curva e alle strutture bombate si sostituiscono negli arredi le antiche forme a parallelepipedo e gli elementi decorativi ispirati all’arte greco-romana dovuti alle scoperte archeologiche di Ercolano e, in seguito, di Pompei. Le forme dei mobili tendono a ridursi, per farsi più slanciate e aggraziate.
L’impiego dei bronzi si fa più sobrio, in modo da esaltare la bellezza dell’essenza lignea. Continuando ad essere usati la quercia per i mobili in massello e, per telai dei mobili intarsiati in noce, il frassino, mentre il faggio per sedie e mobili di uso frequente. Diventa caratteristico e di moda l’uso del mogano e dell’ebano. La bellezza dei mobili Luigi XVI sta nella linearità, nelle dimensioni e nella policromia decorativa che nasce dai contrasti fra i colori degli intarsi, delle impiallaciature e dei bronzi dorati. C’è un profondo cambiamento degli elementi decorativi: disegni geometrici, mazzolini e vasetti di fiori, paesaggi storici e campestri disposti in maniera simmetrica. La linearità della struttura rende possibile il ritorno della tornitura per sostegni e montanti dei mobili. Di essi, fra i più rappresentativi, sono da ricordare i numerosi cassettoni. La forma più comune è quella rettangolare a tre cassetti, mentre la novità è il cassettone a mezzaluna sempre a tre cassetti. Con questa nuova forma vengono costruiti inoltre consolles, tavoli, credenze. Notevole è la quantità di sedili in mogano che prendono il nome dalle forme dei loro schienali: rotondi, ovali, a medaglione, a ferro di cavallo, a trapezio o a lira. Il nuovo stile, più severo. razionale e controllato dei precedenti, rappresenta l’espressione dell’età aurea dell’ebanisteria francese.
La produzione:Luigi XV
L’epoca di Luigi XV,re di Francia dal 1723 al 1774,è spesso definita epoca del Rococò.Non si può capire lo stile Luigi XV senza risalire al periodo precedente della Reggenza (1715-1723) che influì in maniera decisiva sulla vita della società e sulla creazione di nuovi indirizzi e nuove forme per quanto riguarda l’arredamento.E’ già durante la Reggenza infatti,che il mobile diventa funzionale al nuovo modo di pensare dell’alta società divenuta più aperta,meno formalista,più amante delle comodità.E’ una svolta in cui sono evidenti sia la diversa concezione della casa,che presenta ambienti più piccoli e raccolti,sia il diverso valore dato ai mobili che devono rispondere alle esigenze di una vita più comoda e meno formale.Rispetto al periodo precedente (il barocco di Luigi XV),il gusto per le decorazioni possenti si va attenuando a favore di una maggiore libertà delle forme.La fonte d’ispirazione di questo stile,caratterizzato dall’uso della linea curva,sia in orizzontale che in verticale e dall’assimetria decorativa,non è più il mondo classico ma la natura.E’ l’epoca dello stile rocaille,così chiamato per indicare un tipo di decorazione di grotte e padiglioni basato sul motivo della conchiglia.Anche il mobile subisce una trasformazione profonda,assumendo una maggiore libertà formale.La leggerezza e la morbidezza delleforme e un aspetto capriccioso e fantasioso sono le caratteristiche essenziali del mobile stile Luigi XV,dotato anche di grande confort e intimità:curve dolci e intarsi in legno rari con decorazioni in bronzi dorati e pannelli di lacca orientale o rivestimenti in sete e broccati.La decorazione basata su elementi architettonici viene abolita e sostituita con un repertorio di temi molto irregolari e asimmetrici,fantasie di frutta e di fiori,la sinuosa linea ad esse chiamata la “linea della bellezza” oltre a motivi esotici del medio ed Estremo Oriente.Il cassettone (Commode) si evolve per assumere la struttura attuale;i sedili e i letti sono costruiti con legni in colore naturali,ma talvolta sono dipinti e riccamente intaglilati.Il desiderio di intimità è soddisfatto dalla crreazione di una varietà infinita di “pezzi”.Vengono così create la chiffonière (tavolo da lavoro),la toilette (pettiniera),il comodino e diversi tipi di sedili.Numerose sono le versioni di bergères a seconda degli usi:la poltrona cabriolet e en gondole,la poltrona da scittoio,da pettiniera,per pregare,la seggiola da balia.Grande la varietà di tavolini consolles e piccoli mobili dalle forme slanciate con gambe snelle e sinuose.Caratteristici sono i molteplici congegni,nascosti entro sedili e tavolini,e destinati a sorprendere gli ospiti
saracino arreda… dal 1955 – consiglia
Svegliarsi avendo ben riposato è desiderio di tutti ma indagini recenti confermano che oltre dieci milioni di italiani dichiarano disturbi sin dalle prime ore del mattino e accusano mal di schiena o difficoltà circolatorie.Tra le cause di questi malesseri vengono indicati materassi troppo rigidi,troppo morbidi,troppo vecchi o posture scorrette:la scelta di un buon materasso è fondamentale!
Su un materasso nuovo si possono guadagnare 53 minuti di sonno ogni notte.Per motivi igienici il materasso andrebbe sostituito almeno ogni sette anni,gli strati interni assorbono il sudore che il corpo emette durante la notte favorendo la presenza e la proliferazione di batteri e acari.
Il materasso deve sostenere correttamente,in un giusto equilibrio tra morbidezza e rigidità,adattandosi alla forma sinusoidale del corpo,garantire una corretta traspirazione,essere igienicamente sicuro,anatomico ed ergonomicamente corretto.Tutto questo favorirà una circolazione ottimale,permetterà la distensione e procurerà benessere generale.
Rivolgetevi quindi ad un punto vendita qualificato e chiedete di poter conoscere più da vicino le diverse tipologie,toccate con mano i prodotti ed informatevi se hanno plus particolari.Il materasso è il componente essenziale e con la rete,il letto e il guanciale,forma il “sistema riposo”,indispensabile per assicurare sonni tranquilli,per una sensazione di benessere che starà con voi anche durante il giorno.
N.B.:Preferite prodotti italiani
Guida all’acquisto di un materasso di qualità
Rivolgetevi ad un punto vendita qualificato che vi possa assicurare la massima assistenza e professionalità
Scegliete materiali e tessuti con caratteristiche adatte alle vostre esigenze,anallergici,antiacari,antibatterici,traspiranti o con profumi aromatici.Abbiamo studiato per voi,anche con l’utilizzo della nanotecnologia,prodotti molto innovativi come la fibra di argento,il coolmax,l’aloe vera,materiali con effetto memoria a lento ritorno e altri ancora che vi permettono di personalizzare il vostro riposo.
Verificate con il rivenditore,nel caso utilizzate la vostra rete,che sia ancora in buono stato e adatta al materasso che state acquistando.
Un buon materasso non deve essere ne troppo duro ne troppo morbido ma,deve sostenere correttamente la schiena e non creare tensioni muscolari.
I materassi con i rivestimenti sfoderabili e lavabili,oltre a essere particolarmente pratici,garantiscono un’igiene sicura e combattono le allergie.
Se vi piace leggere o rimanere in relax a letto o,ancora,se desiderate favorire la circolazione sanguinea delle gambe o mantenere l’effetto benefico dopo un’attività sportiva,si rivela ottimale la scelta delle reti con alza-testa e alza-piedi,manuale o elettrico,che offrono un confort mirato.
Sulle reti con alza-testa o alza-piedi è preferibile abbinare un materasso che segua bene il movimento della rete.
Sdraiatevi su ogni materasso senza imbarazzo e per il tempo necessario,finchè la vostra schiena non è convinta dell’acquisto!
Prima di decidere quanto spendere merita ricordarsi che il materasso è uno dei prodotti che quotidianamente usiamo di più,in sua compagnia passiamo circa un terzo della nostra vita e quindi non è utopia pensare che proprio il materasso deve essere il nostro investimento più importante.
Scegliere il proprio sistema di riposo è il modo migliore per assicurarsi un appuntamento fisso con il benessere,iniziando la giornata carichi di energia e vitalità.Un sonno di qualità migliora la vita.
SARACINO ARREDA
La SARACINO ARREDA da oltre 50 anni è conosciuta nel settore ARREDAMENTO, in quanto le ditte trattate sono i marchi più prestigiosi nela fascia di mercato di lusso. Un’immagine ed un’identità che si sono imposte nella clientela più svariata in virtù di una sensibilità unica ed originale per il valore del bello. Un successo questo che affonda le sue radici nella inesauribile sete di eleganza e classe che a tutt’oggi continua ad essere fortemente riconosciuta.
Queste sono le semplici ragioni del merito di cui la SARACINO ARREDA oggi gode: una fama stabilita dalla nostra clientela e anche dagli addetti ai lavori.
Anima della SARACINO ARREDA e prova del successo è indispensabilmente la superiore qualità che contraddistingue ugnuno dei prodotti commercializzati.
La SARACINO ARREDA è in grado di conferire ad ogni ambiente, l’originale marchio del porprio stile.
Nelle nostre trattate si trova una vasta gamma di articoli che vanno dal mobile, agli imbottiti, ai complementi, fino alle speciali realizzazioni su misura.
La SARACINO ARREDA da sempre ha una passione particolare per quallo che è il passato, una profonda attenzione per quelle che sono la storia degli stili comprese le forme dell’arredamento.
Il passato è solo un punto di partenza, perchè il sentire e il gusto nostro sono fortmente attuali.
La passione per il proprio lavoro, la piena curiosità per le espressioni del bello in ogni sua forma, l’esperienza pluriennale sul campo, si trasformano giorno dopo giorno, in una continua e raffinata recettività delle tendenze estetiche del momento.
Le nostre realizzazioni sono quindi il risultato di un discorso aperto e continuo con le i mpressioni e le indicazioni di ogni tipo di cultura.
Unicità e originalità sono per le SARACINO ARREDA valori culturali, totalmente primari nella nostra filosofia dell’operare.
Valori che sfortunatamente risultano spesso oltraggiosi e villipesi nell’attuale panorama del mercato del mobile.
SARACINO ARREDA – ALLA SCOPERTA DEI PARTICOLARI CHE CONTANO
Tradizione classica, creatività e spirito innovativo guidano la Saracino Arreda nella realizzazione di uno stile elegante e raffinato.Le nostre proposte di mobili, imbottiti ed accessori, animano gli ambienti quotidiani, creando atmosfere intime ed esclusive.
Il nostro obiettivo è proporre uno stile di vita in ciu si possa sperimentare l’armonia, l’equilibrio, la ricerca del bello in ogni sua espressione.
La Saracino Arreda nasce nel lontano marzo 1955 ad Avetrana (nel Tarantino), come semplice bottega artigiana, con il papà Antonio ‘eccellente falegname ebanista’ e ,da allora, mantiene fede al suo principio ispiratori: l’artigianato.
Oggi, considerando la crescente evoluzione del mercato, ci siamo trasformati, divenendo punto d’incontro per coloro che intendono arredare la propria casa in stile classico, rimanendo sempre un’azienda a carattere familiare.
Il motto che ci caratterizza è: ‘Soddisfare il cliente in tutto e per tutto’.
Per noi ‘arredare’ vuol dire curare ogni minimo dettaglio in simbiosi con il cliente.
A tal fine ci avvaliamo dei migliori marchi e dei migliori artigiani da decenni nostri stretti collaboratori.
Consegnamo in tutta Italia e non solo, affiancati da manodopera altamente qualificata, sempre però operanti sotto la nostra supervisione.
Da sempre il nostro successo è legato indissolubilmente a stile e qualità.
Lo stile inteso come elegante tradizione del mobile classico coniugato a ricerca e progetti innovativi; la qualità, obiettivo costante del nostro lavoro è sinonimo di estrema attenzione per i dettagli, è presente in ogni processo aziendale, dalla ricerca e selezione e, quando è possibile occorre alla creazione del mobile, fino alla cura dei rapporti interpersonali con il cliente.
La consolidata esperienza nella commercializzazione dei mobili classici si fonda sulla cultura e sulla nostra tradizione artigiana.
Amore per il lavoro e riscoperta della tradizione, mobili realizzati dalla maestria di artigianli ebanisti.
Classici, rivisti e perfezionati. Adattati,personalizzati e redisposti in ambienti che sappiano esaltare lo spirito del tempo.
La soddisfazione della nostra clientela è il nostro biglietto da visita, chiedete a chi già ci conosce.
Grande Arredo – La serie ‘Legno’
La serie ‘Legno’ è un programma che consente di assolvere alle diverse funzioni abitative. Si compone di elementi singoli e contenitori componibili di diverse altezze, larghezze e profondità in grado, quindi, di realizzare composizioni differenziate per dimensioni d’uso.
Tali caratteristiche che per varietà sono comuni anche ad altre produzioni se ne aggiungono altre specifiche che fanno di questa seria di Grande Arredo, un programma particolarmente qualificato.
Prima tra queste è l’uso dei migliori materiali e di essenze pregiate di noce nazionale o palissandro; la lavorazione, poi, di questi materiali viene effettuata in modo estremamente accurato legata com’è, pur nell’ambito di sistemi produttivi strettamente industriali alla migliore tradizione.
Grande Arredo costituisce, perciò, attraverso un disegno misurato e preciso anche nel dettaglio, un tratto di unione tra il gusto e le esigenze attuali e le tradizionale naturalezza del legno.
De Baggis – La nostra identità è custodita nella tradizione
Le collezioni De Baggis nascono dall’amore per il legno e dal desiderio di offrire un mobile sempre in linea con le tendenze più nuove e contemporaneamente inserito nella tradizione.
Inventiva e originalità hanno da sempre contraddistinto l’Azienda De Baggis, così come il suo capostipite Abgelo, creatore dell’industria mobiliera in Brianza, che nel 1961 fondò il salone del Mobile di Milano, di cui rimase presidente ininterrottamente per 22 anni.
La costruzione in massello di abete proveniente da produzione certificata e la verniciatura con tinte all’acqua in 8 finiture e 59 colori garantiscono prodotti di altissima qualità, dal design attuale e sempre capaci di creare atmosfere cariche di fascino e suggestione.
Grande Arredo – Le finiture
Il ciclio di finitua dei mobili GRANDE ARREDO comprende 14 passaggi manuali diversi. La tinteggiatura è eseguita a mano con prodotti all’acqua. Proprio per la manualità di queste operazioni e per le caratteristiche delle tinte impiegate che esaltano che esaltano le diverse venature e colorazione del legno, possibili differenze di tono di colore cono caratteristiche di pregio e non possono essere causa di contestazione. Le vernici utilizzate sono all’acqua e rispondono alla nuova sensibilità del consumatore sul rispetto dell’ambiente. Il ciclo si conclude con la finitura alla gommalacca, protetta con cera d’api vergine.
Grande Arredo – Fabbricazione mobili
I mobili GRANDE ARREDO sono fabbricati in legno masseloo per la parti in vista, anche se per esigennza tecniche alcune parti possono essere realizzate in listellare della migliore qualità; i i tavoli hanno la parte centrale del piano costruita in listellare lastronato dello spessore di 15/10. Gli interni sono realizzati in legno massello. In alcuni casi, parti di essi possono essere in listellare. Il montaggio delle componenti del mobile viene effettuato, secondo la tradizione artigianale, con tenoni e mortase, l’assemblaggio dei cassetti mediante incastri a coda di rondine. Per la natura stessa del materiale impiegato, piccoli movimenti o leggere crepe sono caratteristiche naturali di pregio, e quindi non possono dare adito a contestazioni di sorta. La migliore conservazione dei mobili GRANDE ARREDA è garantita, data la ‘vita’ del materiale, da un ambiente con temperatura di circa 20°C e umidità di circa il 60%. Condizioni ambientali diverse ( esempio vicinanza a fonti di calore ), possono dare luogo a modificazioni o danneggiamenti del mobile.
Morelato – Nel tempo senza invecchiare
Vivono nei secoli senza paura di invecchiare, eleganti nella forma, puri nello stile, pezzi autentici goduti da pochi.
La MORELATO, forte di un’esperienza specifica, si è posta da tempo il compito di selezionare accuratamente alcuni di questi esemplari più belli e significativi, per riproporli con l’aiuto di coloro la cui perizia e capacità di esecuzione, li ha resi ‘maestri artigiani’.
La creatività italiana di coloro che hanno operato nell’azienda unita ad una costante ricerca a livello internazionale, è poi intervenuta nel finire e rifinire questi ‘pezzi’, adeguandoli a quel gusto attuale che caratterizza l’arredamento di ambienti di alrissima classe, lasciando però la struttura integra nella propria originalità.
Arredare col Pastello
Un appartamento ristrutturato, ampio e confortevole. Grande spazio riservato alla zona giorno, due camere con relativi servizi, cucina e camera di servizio. Pochi ed essenziali i mobili disposti con cura e razionalità insieme a poche suppellettili altrettanto ben scelte. La pianta mostra chiaramente come si siano potute sfruttare nicchie, angoli, lo stesso corridoio, lungo e stretto, per l’appoggio delle mensole, ripiani ed elementi divisori, tra cui molto interessante la parete a taglio diagonale che divide la zona ingrresso dal pranzo.
Questa parete favorisce anche una vista a cannocchiale verso la zona giorno arredata con comodi divani.. I colori sui toni chiari del pastello: moquette beige, tappezzeria color paglia, mobili in laccato color tortora (vernici al poliestere) bianco per soffitti, divani e tende.
L’illuminazione artificiale è ottenuta con faretti alogeni. Qualche quadro, un arazzo, qualche spruzzo di verde aggiungono toni più vivaci ai colori di fondo.
Questo è solo un esempio di come di spossono sfruttare tutti gli spazi in maniera oculata ed intelligente, utilizzando arredamenti di qualità, abbinamenti studiati e non eccessivamenti pesanti, il tutto per rendere un ambiente abitativo accogliente e comodo per l’uso di ogni giorno.
Benedetti – Armadi
La curata, ampia, preziosa ed innovativa collezione di armadi proposta da BENEDETTI, è arricchita da particolari sempre più perfetti e da forme eleganti, raffinate ed armoniose. Finiture esclusive e decori eseguiti a mano da esperti e qualificati artigiani, rendono ogni armadio unico. Materiali qualificati garantiscono un’ottima stabilità e resistenza nel tempo.
Benedetti
L’esperienza quarantennale permette a Benedetti di offrire al mercato un prodotto unico in cui si fondono: cultura, arte, qualità molto elevata, materiali rigorosamente scelti ed ecologici, lavorazioni artigianali di alta professionalità. Emozione e ragione: una folosofia che caratterizza quindi la produzione di BENEDETTI che propone un arredamento completo per suscitare intense emozioni e antichi ricordi,ma in costante evoluzione.
Grande Arredo – Vivere senza invecchiare
Vivono nel tempo senza invecchiare, eleganti nella forma, puri nello spazio, pezzi ‘autentici’ vissuti da pochi. GRANDE ARREDO, forte di un’esperienza specifica, si è posta da tempo il compito di selezionare accuratamente alcuni esempi più belli e significativi, per riprodurli con l’aiuto di coloro la cui perizia e capacità di eseczione li ha resi ‘maestri artigiani’.
La creatività italiana di coloro che hanno operato nell’azienda unita ad una costante ricerca a livello internazionale, è poi intervenuta nel finire e rivestire questi ‘pezzi’ adeguandoli a quel gusto attuale che caratterizza l’arredamento di ambienti di altissima clasee, lasciando però la struttura integra nella propria originalità.
GRANDE ARREDO – 800 Inglese
La proposta di questa collezione GRANDE ARREDO di mobili ‘inglesi’ nasce da precise esigenze stilistiche e commerciali. Si vuole infatti proporre un concetto di arredo che nn subisca le frequenti node del mercato ed il mobile ‘inglese’ per la sua eleganza e sobrietà di linee, è l’esempio classico di come si possa risolvere nel tempo questo problema. La collezione è composta da vari elementi per le diverse esigenze della zona giorno, notte, studio, lettura, riposo…
Per la loro classicità i pezzi si integrano ottimamente anche in arredi contemporanei, dando all’ambiente una nota di calore e di prestigio. L’accurata esecuzione artigianale, la preziosità dei materiali impiegati e la nostra esperienza permettono di donare a questi mobili quelle doti che li manterranno sempre come nuovi, risolvendo a tempo indeterminato il problemaella scelta dell’arredamento.
Mantellassi – Collezione ‘Romantica’
Mantellassi ha da sempre una passione particolare per il passato, una profonda sensibilità per la Storia degli Stili e delle forme dell’arredamento. Il passato è sempre stato il punto di partenza nel processo creativo che sta all’origine delle sue realizzazioni. La collezione ‘Romantica’ nasce infatti da in intento e da ub desiderio preciso: recuperare dalle cantine e dai magazzini alcuni pezzi usciti di produzione che già ‘giacevano’ in una sorta di ‘invecchiamento. Pezi che nel tempo, per una strana alchimia, hanno acquistato significati che non si immaginavano e sapori nuovi, e che ora vengono avvertiti adatti ai gusti del momento e pronti per essere nuovamente proposti al pubblico, dopo adeguato restyling.
Mantellassi
Evoluzione di uno stile sempre più consolidato, questi modelli, rappresentano il carattere di un’azienda rivolta sempre più alla perfezione. La ricerca di pellami particolari e preziosi e tessuti dai colori intriganti e caldi, incidono con forza su un’interpretazione passionale della classicità giocando su scenari fortemente decorativi. I divani Mantellassi fanno vivere suggestioni sempre nuove per il salotto delle vostra casa.
Giorgio Piotto – Il legno
Materia prima che da sempre accompagna la storia dell’uomo. E nel calore delle sue verità, nei giochi infiniti delle sue venature si tramandano e si celano da secoli le maestrie di mani esperte, la capacità rara e fantastica di plasmare la materia, raffinarla, esaltarla.
Giorgio Piotto, erede di questa nobile arte, rinnova ogni giorno l’antico rituale, conferendo alla forme grezze del legno nuove linee perfette, irripetibili accenti di poesia sempre fedeli a una severa etica professionale.
Cantori
La bellezza della forma e la straordinaria varietà di proposte possono conquistare fin dal primo sguardo, ma è solo sfiorando le morbide finiture e le pregiate decorazioni artigianali, toccando fisicamente con mano la qualità dei materiali utilizzati e la solidità delle strutture, che si comprende davvero l’assoluta inimitabilità del mondo Cantori.
I letti proposti in una gamma estetica e funzionale che spazia dal classico al contemporaneo, insieme all’ampia collezione dei complementi e degli accessori di arredo, trasmetteno alla casa tutto il fascino dell’atmosfere Cantori, camere da letto, attravero un coerente ed articolato percorso stilistico.
E c’è di più: le reti ergonomiche a doghe in faggio, i materassi in puro lattice e il corredo tessile che accompagnano i letti della collezioni Cantori, camere da letto, sono selezionati secondo criteri di altissima qualità.
Tutto nel mondo Cantori è coordinamento di immagini e contenuto, totale integrazione di forma e sostanza.
Grande Arredo: Manutenzione mobili
I mobili GRANDE ARREDO hanno le seguenti caratteristiche:
sono fabbricati in legno massello, esclusivamente ciliegio, noce e frassino, a seconda delle collezioni. Per esigenze tecniche alcuni componenti possono essere in listellare con piallaccio in essenza da15/10mm. Sponde e fondi cassetti, schiene, divisori e ripiani sono realizzati in massello di frassino. Fondi e cieli interni in listellare con piallaccio aniegrè (noce tanganica) da 6/10.
Ciliegio e noce provengono dall’Europa e e dagli Stati Uniti, il frassino esclusivamente dall’ Austria e Svizzera. Acquistiamo i tronchi direttamente all’origine; dopo un periodo di stagionatura, essi vengono ridotti in tavole di vario spessore. Il ciclo di essicazione viene eseguito in azienda – esperienza ventennale – con forni dedicati per spessore/essenza. Le tavole vengono introdotte subito dopo la segagione, porosità fibra totalmente aperta e umidità del 50/60% e deumidificate progressivamente con un sistema di riscaldamento e ventilazione. Il ciclo di essicazione viene costantemente monitorato da un sistema informatico. La durata del processo può variare, a seconda dello spessore e dell’essenza, da 25 a 80/90 giorni. Il tavolame viene essicato al 10-12% di umidità. Lo stato di essicazione e le tecniche di costruzione applicate, garantiscono al nostro prodotto qualità e garanzia nel tempo. Non va però dimenticato che per le caratteristiche intrinseche del legno, materiale eternamente “vivo”, sono naturali piccoli movimenti.
La migliore conservazione è garantita da un ambiente con temperatura di 20°C e umidità di circa il 60%. Condizioni molto diverse (ad esempio la vicinanza ad una fonte di calore) possono dare luogo a deformazioni e danneggiamenti. Il dettaglio dei materiali utilizzati (legni, colle, vernici e accessori) e le istruzioni per la conservazione e cura del mobile, sono disponibili nelle “schede prodotto” – legge n°126 del 10/04/1991 “Norme per l’informazione del consumatore.
Banci – Il decoro a foglia oro
Uno degli elementi riconoscitivi e di ‘lustro’ dei modelli di Banci è il ‘decoro a foglia oro’ che viene applicato su moltissime lampade firmate Banci.
L’oro, ma anche argento, vengono applicati conuna tecnica artigiana antica che a Firenze ha visto le più innumerevoli applicazioni e fortune.
Una di queste tecniche, escogitata nel ‘500 dagli artigiani fiorentini per evitare di pagare le tasse esose sull’oro, è chiamata ìmecca fiorentina’. Con una particolare verniciatura e seguenti trattamenti, l’argento sembrava trasformarsi in oro, tanto da far esclamare all’inventore: ‘Ho inventato la Mecca!’.
Particolare letto Luciano Zonta
Particolare del piede del letto Mod. Murano Cigno di Luciano Zonta.
Marchio zonta
Il marchio LUCIANO ZONTA nasce dall’incontro di professionalità provenienti dal mondo del mobile classico, con l’ambizione di proporre sul mercato un prodotto “Classico e senza tempo”, ricco quindi di storia e legato alla tradizione, ma dall’anima contemporanea, dove l’arte dell’antica falegnameria sia intrecciata in un connubio perfetto con le più avanzate tecnologie produttive.
Il giusto equilibrio tra questi due elementi apparentemente difficili da conciliare rende ardito il progetto della LUCIANO ZONTA e spiega i suoi punti di forza: l’estrema cura nella scelta dei legni, che costituiscono la vera sostanza di ogni mobile unitamente al listellare di legno; la grande sapienza nell’utilizzo dei metodi più tradizionali di finitura laccata (gommalacca, litopone, colla di pesce e sandracca quali basi imprescindibili per una buona laccatura); la possibilità di creare arredamenti su misura come fossero abiti di alta sartoria, offrendo un prodotto personalizzato e di grande classe.
Nella LUCIANO ZONTA il fascino dell’alta ebanisteria e il lusso della tradizione si fondono con la logica e la tecnologia industriale, garanzia di qualità e durata nel tempo. Entrare nel mondo LUCIANO ZONTA è come aprire una porta sui ricordi della propria infanzia: evocare reminescenze di mobili patinati, profumi di legno, alberi da frutto, i colori della natura e la fragranza intensa della cera d’api. L’atmosfera suggerita dalle linee morbide e dalle tonalità pacate invita al benessere e alla dolcezza del vivere. Nei mobili costruiti con naturalezza e armonia rivive il fascino delle cose fatte osservando i valori del passato: nella LUCIANO ZONTA tutto fa pensare all’amore per il lavoro artigianale e alla cura dei minimi dettagli, dalla selezione accurata di legni pregiati, alle tecniche di lavorazione tramandate nel tempo dai maestri mobilieri.
ZONTA COLLEZIONE ‘INGLESE’
La proposta di questa collezione ZONTA di mobili ‘inglesi’ nasce da precise esigenze stilistiche e commerciali.
ZONTA vuole infatti proporre un concetto d’arredo che nn subisca le frequenti mode del mercato ed il mobile ‘inglese’ per la sua eleganza e sobrietà di linee, è l’esempio classico di come si possa risolvere nel tempo questo problema. La collezione è composta da vari elementi per le diverse esigenze della zona giorno, notte, stdio, lettura, riposo, ecc.
Per la loro classicità i pezzi si integrano ottimamente anche in arredi contemporanei dando all’ambiente una nota di calore e di prestigio.
L’accurata esecuzione artigianale, la preziosità dei materiali impiegati e l’ esperienza della ditta ZONTA ci permettono di dare a questi mobili quelle doti che li manterranno sepre come nuovi, risolvendo veramente a tempo indeterminato il problema dell’arredamento.
TRALA SOFA
La TRALA SOFA mette a disposizione dei propri clienti l’abilità artigianale di tappezziere in stoffa, maturata in più di 30 anni di attività.
La nostra filosofia è quella di tramandare e continuare ad utilizzare, avvalendoci dei nostri esperti e preziosi collaboratori, l’artigianalità dell’arte tappezziera al fine di proporre il massimo della qualità, sia in termini di fattura che di materiali.
Quello che proponiamo è un’attenta analisi dell’imbottito (poltrone, divani, sofà, sedie, armadi, ecc.), per poi consigliarne ed eseguirne il completo restauro, oppure nel caso le condizioni siano irrecuperabili, la sua sostituzione con uno nuovo.
TRALA SOFA offre una serie di servizi:
- arredamento
da oltre 30 anni produciamo ex novo (e naturalmente restauriamo) tutto ciò che riguarda il mobile imbottito nelle sue più diverse forme;
Contemporaneamente possiamo offrire la progettazione, la produzione e la realizzazione ex novo di qualsiasi pezzo d’arredamento inerente la tappezzeria in pelle.
Conte d’Ancien
L’Ebanista veneziano. Nasce negli anni ’40 nel territorio veneto della bassa veronese e in giovanissima età comincia la sua formazione nell’arte del mobile. Il suo apprendistato avviene presso le antiche botteghe artigiane che racchiudono tradizione storica e cultura.
Acquisisce esperienze in tutte le fasi lavorative del mobile,dalla progettazione alla realizzazione:nel disegno,nella lavorazione a mano,nell’intaglio, nell’intarsio,nella lucidatura e nella verniciatura,divenendo così un vero e proprio maestro d’arte. E dal restauro del mobile antico e dall’esperienza avuto che nasce l’idea della riproduzione di pezzi artigianali unici. La sua formazione si arricchisce dagli incontri e dai confronti avuti con altri produttori di mobili,designer ed architetti,durante i numerosi viaggi,in Italia e all’estero,nelle manifestazioni fieristiche e nelle mostre di antiquariato che lo hanno condotto alla ricerca di pezzi originali e preziosi. Una formazione continua ,sempre in evoluzione.
Le collezioni proposte dalla CONTE D’ANCIEN sono garanzia di unicità e creatività che nascono dalle mani di esperti artigiani,capaci di produrre il “pezzo” unico.
L’abilità nella lavorazione del legno è supportata dalla scelta di materiali di alta qualità ed eccellenza,rigorosamente sempre in massello,di noce,di abete e altre essenze. Le differenze nelle venature del mobile,la presenza di leggere crepe,piccoli nodi o diverse tonalità testimoniano la naturalità del legno o contribuiscono a rendere originale il mobile stesso. Gli intarsi sono dati da accostamenti di legno con eleganti sovrapposizioni artistiche di varie cromie,mentre esperti artigiani intagliano,esclusivamente a mano,riproduzioni fedeli di disegni ispirati a collezioni d’epoca.
Tutte le decorazioni sono eseguite a mano con sapiente maestria nella combinazione dei colori,interamente a tempera con tinte a terra naturale. Una patina antica da la sensazione che il prodotto sia originale,appartiene ad epoche lontane. La cura dei particolari è estrema e rigorosa,ne sono un esempio concreto le piccole foglie che adornano il mobile in oro ed argento anticato.
Tutte le finiture quindi sono con tinte all’acqua a base di terre,la lucidatura viene eseguita a tampone e le patinature sono fatte esclusivamente con pigmenti naturali e cera d’api. Rigorosamente sia la costruzione che la verniciatura del prodotto sono eseguite interamente con metodi artigianali.
La scelta dei rivestimenti è caratterizzata da tessuti pregiati in fibre naturali ad alto livello estetico e qualitativo. Anche l’imbottitura è curata e segue l’antico sistema a molle.
Nemmeno la componentistica di rifinitura viene trascurata,anzi è simbolo di ricerca minuziosa e originale di riferimenti d’epoca. I vetri vengono antichizzati con metodi tradizionali precisi e curati. La reinterpretazione costante di opere originali fa parte della cultura e della qualità di un vero e proprio “pezzo” d’autore.
BUSSANDRI ARTE – Poltrona Art. 0182A01NO
Poltrona in stile ‘Luigi XVI’ costruita in noce con schienale ovale, gambe tronco-coniche scanalate e profilature che ne sottolineano i controni. Essa è riferibile stilisticamente lla fine del XVIII sec., e legata in modo più diretto agli esemplari francesi, coevi in stile ‘Luigi XVI’ (1774-1793). La preziosa tappezzeria che riveste l’imbottitura di schienale e seduta contribuisce a conferire prestigio ad un sedile destinato ad inserirsi felicemente in qualunque ambiente, sia esso di rappresentanza come un atrio o un salotto, legato ad un suo più intimo come la camera da letto, oppure di uso domestico come la sala da pranzo. In questo contesto, una coppia di poltrone può fungere da capotavola e accompagnarsi ad un set di sedie ‘ensuite’ per i restati posto a sedere.
TRAMARIN MOBILI – Tavolo Art. 2402
I mobili Tramarin sono realizzati interamente in massello di legno o lastronati secondo la tecnica decorativa propria del mobile d’arte. Le giunture dei cassetti sono realizzate con la tecnica dell’incastro a ‘ coda di rondine’, mentre per le altre parti del mobile si adoperano cavicchi di legno. Per una buona manutenzione, si consiglia di strofinare il mobile con un panno di lana morbido, usando i prodotti consigliati dal costruttore. Cure più attente sono necessarie nei periodi di maggiore umidità e calore.
IL GUSTO DI TRAMARIN
Il passato è solo un punto di partenza, perchè il sentire e il gusto di Tramarin sono
fortemente contemporanei. La passione per il proprio lavoro, l’incondizionata curiosità
per le espressioni del bello in ogni sua forma, l’esperienza pluriennale sul campo e sui
mercati, si convertono, giorno dopo giorno, in una costante e raffinata recettività delle
tendenze estetiche e dei trend del momento. Le creazioni di Tramarin sono quindi il
risultato di un dialogo aperto e costante con le suggestioni e le indicazioni che ogni
tipo di cultura, di qualsiasi latitudine, è in grado di fornire a chi sappia vedere e
ascoltare. Creazioni nella quali ritroviamo innanzitutto l’armonia del classico e delle
sue forme, un classico il quale non è astorico, fuori dallo scorrere del tempo, bensì
meticciato con il presente. E dunque inedito, nuovo , profondamente intriso dalla
persanalità di chi lo ricrea. Lo sforzo creativo dell’azienda è costantemente teso alla
ricerca di nuove soluzioni, di innovazioni significative: comunque sempre
consapevolmente lontano dalle stanche ripetizioni di formule ampiamente collaudate,
come molte volte ci abitua il mondo dell’arredamento.
NAVA – Collezione ‘Rinascimento’ Mod. Diana
La qualità dei materiali e le sapienti lavorazioni dei nostri maestri atrigiani, sono garanzia di affidabilità e durata nel tempo. La struttura e le ante dell’armadio sono in pannelli tamburati ed impiallacciati, internamenti in noce tanganica; la patinatura, la tamponatura a stucco veneziano, il sopracolore ed i decori floreali sono eseguiti a mano. La finutra in foto è unica. La dotazione interna dell’armadio comprende: 2 ripiani stutturali spostabili a diverse altezze, 1 cassettiera interna a 4 cassetti, 4 tubi appendiabiti. L’uniformità della cartella campioni non è impegnativa causa la manualità dei lavorazione di ogni singolo armadio.
BENEDETTI – Armadi Guardaroba
Per una sistemazione ottimale degli armadi guardaroba è fondamentale partire da un concetto generale di disposizione degli spazi. Tutto ruota intorno a questo elemento che, almeno per quanto riguarda la parte interna, è responsabile nella funzione di contenimento. Gli armadi guardaroba si trovano comunemente nelle camere da letto o nelle stanze di passaggio; al loro interno ci deve essere lo spazio per contenere di tutto e di più.
E’ per questo che quando si pensa alla sistemazione degli spazi interni degli armadi guardaroba c’è da immaginare un sistema che permetta di gestire con la massima flessibilità l’insieme delle funzioni che saranno chiamate a coabitare al loro interno. Ogni scelta dovrà essere fatta con la massima elasticità, mirata a soddisfare una precisa necessità, e scelta in base ad una indicazione di personalità.
La personalizzazione è infatti un elemento determinante per orientare la scelta e la qualità di tutti quegli elementi ed accessori che, come all’interno di un puzzle, andranno a comporre un quadro di insieme. Ogni tessera sarà frutto di una indicazione strettamente personale e individuale.
Gli armadi guardaroba permettono di sbizzarrirsi con una serie di soluzioni articolate e funzionali, dotate dei più svariati accessori: cassetti, di tutti i tipi e misure, vassoi, telai estraibili, contenitori a scorrere e contenitori poggiati su ripiani.
In ognuna di queste scelte è leggibile la qualità di un intervento teso alla ricerca della soddisfazione di un bisogno specifico, che varia a seconda del fatto che la famiglia sia numerosa o che invece sia quella di una sola persona che magari ha una attenzione particolare per il vestire bello ed elegante, con tanti spazi dedicati alle cravatte e alle camicie, sempre ordinate e allineate.
Quello che si nota in un armadio ben disposto è la proiezione di una persona, del suo amore per l’ordine per la qualità degli spazi. Gli armadi guardaroba sono poi chiusi da ante, composte con i materiali di tendenza, che si avvicinano e stanno in relazione con il resto dell’arredo. Vetro trasparente, o legno laccato, con apertura a soffietto o scorrevole o con ante a libro, anche questo aspetto che riguarda l’esterno dell’armadio è fonte di infinite variabili e combinazioni,tutte volte a trovare quella più idonea alle necessità.
Gli armadi sono da immaginare come scatole intelligenti, arricchite ed abbellite da superfici belle ed eleganti, lineari o semplicemente funzionali, sofisticate o semplici ma sempre indispensabili per contenere, ordinare e proteggere.
L’immutato sapore di una villa in campagna
La villa incampagna come valvola di sfogo ai ritmi incalzanti della città non è in’invenzione di questi ultimi anni, ma, limitata alle classi più abbienti, data da tempo immemorabile. Quella che presentiamo in questo articolo è appunto una residenza di campagna tramandata di generazione in generazione e proprio per questo motivo ha mantenuto l’immagine originaria che solo in parte può definire rustica, in quanto le case di villeggiatura di una volta tendevano a riprodurre, almeno in alcuni ambienti, la dignitosa eleganza, se non proprio raffinatezza, delle residenze civili.
Qui di veramente rustico vediamo due ambienti, untinello e l’annessa cucina, che conservano entrambi il pavimento in cotto ‘accidentato’ e i soffitti con travi a vista. Nella cucina colpisce il grande camino mantenuto in stato di prefetta efficenza grazie ad un uso che non ha subito interruzioni.
Gli altri ambienti, dalla sala da pranzo, allo studio, al salotto offrono un’immagine complessivamente dotata dieleganza, seppure con diverse gradazioni. Anche questa parte della casa partecipa della stessa atmosfera accogliente e riposante.
I mobili Provasi
I mobili in stile prodotti dalla PROVASI seguono forme essenziali del periodo mantenendone la tipica linea curva ed elegante.Nella scelta PROVASI scompaiono tutte le forme di applicazione,intaglio e intarsio presente nello stile Luigi XV ma più legate all’influenza barocca.Alcuni pezzi,sono copie esatte di mobili originali del periodo.Questi pezzi sono caratterizzati da forti analogie con le forme più sobrie dei mobili Inglesi dello stesso periodo.Il mobile PROVASI essendo un prodotto artigianale,acquista valore nel tempo ed è sempre riparabile,il laboratorio PROVASI,infatti è attrezzato per effettuare riparazioni,restauri e rimesse a nuovo.E’ importante sapere che la lunga durata di un mobile dipende soprattutto dal tipo di utizzo a cui viene adibito.I mobili PROVASI per preservarli da possibili danni bisogna evitare di collocarli vicino a fonti di calore o alla luce diretta del sole,poichè il legno subirebbe un’essiccazione eccessiva ed il colore del mobile potrebbe alterarsi
Baga
Baga ha una visione della luce che si ispira a due concetti guida: tangibile ed intangibile. Tangibile è la filosofia progettuale e distributiva dell’azienda, abbinata alla qualità dei materiali e delle finiturre, così come la nostra presenza nei principali mercati del mondo e nelle più prestigiose fiere. Intangibile è la creatività e la passione con cui la luce viene immaginata e proposta. L’obiettivo a cui lavoriamo è un forte desiderio di qualità della vita e di qualità del prodotto e a cui collaborano 70 addetti con la direzione artistica di Patrizia Garganti.
Salaiolo
I mobili dell “Salaiolo”sono costruiti con legni vari,hanno molti passagi di lacche e colori per ottenere tonolità particolari.La lavorazione è eseguita artigianalmente con tecniche e materiali da sempre usati anche nell’antichità.
la masseria pugliese
Nella regione Puglia il termine masseria indica una tipica azienda cerealicola o cerealicolo-pastorale che si sviluppa(terreni compresi)sempre su sperficie notevole frequentemente superiore a 100 e a volte anche a 200 ha. In modo particolare però il termine indica tutto il complesso dei fabbricati di cui l’azienda stessa è provvista.Un tempo si distinguevano,specie nel Tavoliere delle Puglie,le aziende pastorali “Masserie di pecore” da quelle cerealicole e le prime erano le più diffuse in conseguenza del notevole sviluppo dell’allevamento transumante.Poi la diminuzione dell’allevamento pastorale ha fatto si che man mano prevalessero le masserie di campo dove ciò prevale la coltura dei cereali.Variazioni nel tempo che hanno portato anche a notevoli differenze di costruzione tra le masserie della stessa regione.La masseria tipica del Tavoliere comprende:un complesso dedicato alla casa padronale quasi sempre a due piani,le abitazioni dei lavoranti fissi,a volte poste ai lati della casa padronale nonchè uno o più depositi per le derrate alimentari.Un secondo complesso che comprende:dormitori per i lavoranti avventizi,la cucina,le stalle e rimesse per gli attrezzi.Infine il complesso per gli ovini o altri animali che comprende anche il “Casone”per la lavorazione del latte.Vi sono inoltre l’aia con pozzi e abbeveratoi,il forno e,quando nelle vicinanze non vi sono corsi d’acqua,delle fosse per fare il bagno alle pecore.Man mano che ci si avvicina alle zone precollinari fino al Subappennino la masseria cambia però il suo aspetto:la distanza tra i vari fabbricati tende a ridursi,i corpi di fabbrica a raggrupparsi e a sovrapporsi l’uno all’altro fino a apparire quasi riuniti in un’unica costruzione che tende a svilupparsi verso l’alto.Oggigiorno la masseria non è più rispondente all’attuale realtà agricola in quanto trattori,mietitrici e trebbiatrici e tutte le altre macchine studiate per facilitare e razionalizzare il lavoro dei campi,sempre più complete e rapide,rendono superfluo l’impiego dei lavoratori stagionali e anche di parte di quelli fissi nonchè diminuiscono il numero se non eliminano del tutto gli animali da lavoro,per cui stalle,dormitori e in parte abitazioni restano parzialmente inutilizzati.Quanto alla pastorizia ha anch’essa subito un notevole calo per molte e complesse ragioni per cui viene a cadere la giustificazione di questi grandi complessi che,non bisogna dimenticare avevano anche una delle loro ragioni d’essere nel fatto che anticamente queste campagne soggette a scorribande di predoni e quindi tutt’altro che sicure,richiedevano anche per una sorta di difesa,”l’arroccamento” la riunione degli edifici.Accade così che molti di questi edifici vengono in parte o del tutto abbandonati.In alcuni casi vengono riadattate a moderne abitazioni,lo spazio certo non manca.
Arredamento – Cenni Storici
La crescita dell’arredamento cresce insieme allo svolgersi della vita dell’uomo.Per quanto riguarda l’Egitto,ci è stato tramandato tramite disegni e geroglifici come viveva questo popolo,quindi anche l’arredamento e del loro uso.Quello che è l’arredamento degli altri popoli tipo gli Assiri Babilonesi è probabile che siano serviti da modello a quelli Greci .Prima dell’avvento dell’Ellenismo l’armadio per i Greci non era quasoi mai menzionato.Al posto dell’armadio cerano dei cassettoni con piedi a forma di zampa di animale. dell’ellenismo in quanto si usavano cassettoni con le gambe che finivano a forma di zampa d’animale. Tutto differente è l’arredamento del Rinascimento che mise in atto vere e proprie opere d’arte.Nel 1600 l’avvento del Barocco,ricco e suntuoso ,dominò in special modo il mobile e tutto il decoro interno. arte. Lo stile “Impero”,così viene chiamato il neo-classico,che come riferimento è la nazione francese che è la Rivoluzione e con l’arrivo di Napoleone .Nel periodo subito dopo,nel corso della Restaurazione,ha avuto il più basso riconoscimento dell’arredamento.
Territorio come architettura
Non è possibile porre la questine del luogo, cioè del dove, se non supponendo la presenza di punti di riferimento localizzanti, cioè un luogo non esiste se non in presenza di una serie di segni rispetto ai quali ha senso dire che un certo oggetto si trova ad essere, con relazione di distanza o vicinanza, in una posizione individuabile. La nozione di luogo nasce quindi dalla constatazione, derivata dall’esperienza sensibile, che solo la simultanea presenza di più oggetti, di una pluralità di parti, ci permette di identificare una determinata porzione di spazio. Nè è la semplice estensione divisa in parti, separata da intervalli, riconoscibile attraverso segni. L’uomo abita quando riesce ad orientarsi in un ambiente, cioè a riconoscere il proprio spazio per mezzo di quei precisi segni che identificano un luogo dotandolo di caratteri distintivi. Il paesaggio è, ad esempio, un fenomeno complesso composto di elementi fra loro interrelati e spesso contradditori. Questa dimensione esistenziale dell’ambiente artificiale, oggi ridotta al più superficiale concetto di funzione, fu intuita sovente inpassato e merita di essere rivisitata con attenzione magari partendo da alcune componenti primordiali. Il solco è segno primitivo di confine, primo stato delle condizioni dipossibilità, cognizione del limite e della sua violazione. sulla sua soglia si pone l’origine della definizione del luogo e per estensione il primo problema dell’abitare. L’insediamento è fenomemo di concentrazione: presuppone il recinto e definisce unprimo concetto articolato di luogo deputato alla vita sociale. Queste categorie contengono implicazioni spaziali e lo spazio viene così introdotto attraverso precise qualità formali (la line ed il cerchio) e potenzialmente strutturali (il sistema dei percorsi e dei recinti).
Antiquariato ‘low cost’ ???
Negli ultimi tempi si sta ampiamente diffondendo la probabilità di imbattersi nei cosiddetti venditori di “antichi mobili cinesi” (o diciture simili), comprendendo un questa definizione un numero indefinito di articoli. Contemporanee riproduzioni di mobili antichi e prestigiosi sono falsamente etichettati come autentico antiquariato. Recentemente è facile trovare un ‘antico armadio credenza tibetana’ classificato come provenienti dalla Mongolia. A volte, questo è solo il risultato di un importatore poco informato sulla geografia e la storia del lontano oriente. Ma in altri casi ( purtoppo sempre più numerosi), ci si trova di fronte a vere e proprie truffe. Mobili e arredamenti costruiti ai giorni nostri con le moderne tecnologie e i moderni macchinari, vengono spacciati e venduti come antiquariato di lusso…Non ci rimane che consigliare di essere sempre attenti a quel che si compra, speciamente su internet, e nel momento in cui ci si trova di fronte a delle occasioni irripetibili, chiedere sempre consiglio ad un arredatore o antiquario esperto e competente…